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Desensibilizzazione al latte: quale efficacia?
Date: Sabato, aprile 12 @ 00:05:46
Topic Alimentazione


Desensibilizzare i bambini ai latticini può avere gravi controindicazioni a distanza di anni.

L' Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Burlo Garofolo di Trieste ha messo a punto - unico in Italia - una terapia di desensibilizzazione al latte. ''Dopo aver applicato con successo sui pazienti meno gravi una desensibilizzazione orale domiciliare - spiega il direttore della Clinica pediatrica del Burlo, Alessandro Ventura - abbiamo rivolto il nostro interesse anche ai superallergici, quelli che nessuno prima al mondo aveva osato trattare e che pertanto erano costretti a vivere sempre nel terrore di un incontro ravvicinato con il latte vaccino con l' adrenalina autoiniettabile (l' unico vero salvavita) sempre con se'''. Nei casi dei superallergici, e' necessario il ricovero per avere costantemente il bambino sotto stretto controllo medico. Nei primi giorni il latte viene somministrato molto diluito ed in dosi quasi ''omeopatiche''. Successivamente, giorno dopo giorno questa quantita' viene aumentata fino ad arrivare ad un mezzo bicchiere di latte indiluito. A questo punto il bambino viene dimesso, e' fuori pericolo e continua a casa ad aumentare ancora progressivamente le dosi e ad aggiungere altri derivati del latte fino a tollerarlo completamente. ''Bambini di ogni eta' e provenienti da tutte le Regioni d' Italia - ha aggiunto Ventura - si sono gia' sottoposti al Burlo alla cura con successo, cominciando a vivere una vita normale''. (ANSA).

Il nostro commento:

Perchè il sistema immunitario di un bambino sano manifesta una reazione a uno specifico alimento? O il cibo è stato introdotto in dose eccessiva (se mangio un chilo di Nutella in un'ora non potrò mangiarne più per mesi), o c'è qualcosa che non va nel cibo stesso (nel caso del latte i mangimi animali, gli antibiotici, le vaccinazioni e i tranquillanti somministrati alle mucche per tutta la loro vita). Il terzo aspetto riguarda il sistema immunitario, che si trova per l'80% nell'apparato digerente. Forse è qui che bisogna lavorare per favorire una desensibilizzazione,



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