In quali quantità mantenere questo alimento nella nostra dieta...
La
pasta biologica si distingue da quella tradizionale oltre che per
l’impiego di grano duro proveniente esclusivamente da coltivazioni
biologiche controllate, anche per le differenti tecniche di
pastificazione.
La
differenza più sostanziale riguarda il processo di essiccazione, le cui
temperature, nel caso delle paste biologiche, non possono superare i 45°C
per evitare l’alterazione delle proprietà nutrizionali e delle
caratteristiche organolettiche del frumento.
Operazione
agronomica
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Agricoltura
convenzionale
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Agricoltura
biologica
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Preparazione
del terreno
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Interventi
meccanici e con erbicidi
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Esclusivamente
interventi meccanici
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Avvicendamento
colturale
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Ampiamente
diffusa la monocoltura
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Vietata
la monocoltura
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Sementi
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E’
ammesso l’impiego di sementi trattate con antiparassitari di
sintesi e che abbiano subito manipolazione genetiche
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E’
ammesso solo l’impiego di sementi ottenute con il metodo
biologico e non trattate
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Concimazione
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Concimi
chimici, minerali e organici
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Esclusivamente
concimi organici e minerali
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Controllo
infestanti
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Diserbanti
chimici
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Solo
mediante pratiche agronomiche
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Difesa
dai parassiti
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Anticrittogamici
e insetticidi di sintesi
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In
genere non sono necessari interventi specifici. In ogni caso è
vietato l’impiego di pesticidi di sintesi.
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Conservazione
del frumento
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Insetticidi
e fumiganti di sintesi
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Esclusivamente
refrigerazione e ventilazione
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Essiccazione
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Nessun
limite per le temperature di essiccazione (superiore ai 100°C)
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E’
consentita una temperatura massima di 45° C
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A
nostro parere la pasta è comunque un prodotto “industriale”, le cui
proprietà organolettiche variano moltissimo con la marca. Alcune
persone riferiscono meteorismo dopo averla mangiato, cosa che non si
verifica nella maggior parte di casi con i cereali integrali.
La
riteniamo pertanto un alimento di minore qualità rispetto al cereale
naturale.
Il
nostro consiglio è di non mangiarla più di una o due volte la
settimana.