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- La terapia del contentamento
Date: Giovedì, luglio 25 @ 00:22:12
Topic Ayurveda


Nelle cose semplici stà la vera felicità. Ce lo spiega Amadio Bianchi

Il moderno orientamento educativo (compreso quello di
una certa classe politica), alla cui propagazione hanno collaborato in
grande misura alcuni Media è, a mio parere, colpevole di aver indotto
nell’animo umano errati atteggiamenti psicologici.


Ancora oggi, si persiste nel diffondere una
“epidemia” culturale non priva di trappole, dalle quali l’uomo, a
meno di un grande sforzo e il “solito” risveglio della
consapevolezza, non riesce a liberarsi.


Mi sto riferendo a quella continua necessità di
affermazione, anche nelle piccole cose, che, oggi, tormenta la maggior
parte delle persone. Essa è principalmente rappresentata dal bisogno
maniacale di vincere, di essere per forza “qualcuno”, di avere
successo e denaro.


Ritengo ciò all’origine di quella vergogna sociale
denominata stress. Un bel disastro culturale in una società che,
oltretutto, ha l’orgoglio di ritenersi evoluta!


Analizziamo alcuni odierni comportamenti. Nel lavoro,
è assai diffuso un atteggiamento privo di etica con due principali
obbiettivi: il successo e i soldi. La correttezza sembra invece essere
passata di moda. L’uomo, stupidamente, paga per questo un alto
prezzo sul piano umano, perdendo in spontaneità e genuinità. La sua
serenità, inoltre, rimane impigliata nel gioco della causa e
dell’effetto. 


Avere più soldi significa tuttavia maggiori
preoccupazioni e il successo, nella maggior parte dei casi, porta i
soggetti meno evoluti, a realizzare più “cose” solo nel mondo
materiale dell’”apparenza”.


Sarebbe indispensabile, invece, preoccuparsi
dell’essere umano in senso olistico e della qualità della sua vita
che, a mio parere, è assai bassa, anzi affermo che, nel modo di vivere
attuale, la follia non è del tutto estranea.


Le maggiori risorse economiche, delle quali ognuno di
noi ha beneficiato in questi anni, hanno alimentato quel consumismo
sfrenato prodotto anche dalla pubblicità. Non possiamo certamente
prendere in considerazione questo consumismo come una grande e completa
forma di realizzazione


Pensate alle macchine: due, talvolta tre
macchine per famiglia...e poi ci ritroviamo imprigionati ( è proprio il
caso di dirlo) fermi in coda, incolleriti, con poca aria, in questi
(saranno anche belli...) contenitori metallici.


Poi la televisione, quante televisioni...  La
casa, la seconda casa e poi forse la terza...e se ce la faccio la
quarta... ; il computer, il computer portatile, quello per mio
figlio e quello per la nonna...tutti diversi naturalmente.. ; senza
parlare infine dei cellulari.


Perdonate l’ironia, ma ritengo sia necessaria un
po’ di riflessione e un ritorno veloce al buonsenso….


Il più bell’augurio che ognuno di noi può oggi
rivolgere a se stesso è di potersi svegliare una mattina, libero dai
falsi modelli: finalmente contento ed appagato di essere ciò che è,
con il desiderio di sfuggire all’inganno di questa cultura, dotato di
libertà di espressione. Tale scoperta potrebbe portare ad uno stato di
contentamento giovevole per se stessi e per gli altri, e sviluppare la
capacità di ascolto della vita e la quiete necessaria per accedere alla
gioia interiore.


Bisogna attuare una vecchia e al tempo stesso nuova
rivoluzione, basata sulla rinuncia. Si 
deve apprendere come ritrarsi dalla competizione che non sia
quella etica e naturale.


Il nostro futuro obbiettivo potrebbe essere di
tornare a vivere nell’essere e non nell’apparire, recuperando la
“vera” esistenza.


Poiché il nostro attuale modo di stare al mondo ha
mostrato i suoi limiti sarebbe dunque più saggio incamminarsi verso la
semplicità della rinuncia, dove, abbandonando la competizione senza
senso, è celata la gioia di vivere.  

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