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Caffeina come droga
Date: Sabato, febbraio 15 @ 01:43:30
Topic Alimentazione


Non c'è obbligo di dichiarare le dosi nei prodotti.

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2014

LM&SDP


Definirla “droga legalizzata” forse appare un po’ esagerato quando la si associa a una semplice tazzina di caffè. Ma, secondo quanto dichiarato da alcuni professori dell’American University di Washington, non lo è affatto.

Chi è solito bere caffè e introdurre dosi abbastanza elevate di caffeina, a detta dei ricercatori, mostra una notevole dipendenza. Ma non è tutto: ridurne il consumo, causerebbe in questi casi vere e proprie manifestazioni da astinenza, a tal punto che neppure quando vi sono condizioni particolari (magari di salute) che indurrebbero a evitarne il consumo si riesce a smettere. Si pensi solo a chi soffre di serie problematiche cardiache o a chi ha problemi di coagulazione, oppure a una semplice gravidanza. Tutte buoni motivazioni per dire addio a una “dose” di caffeina, di cui però difficilmente si riesce a liberarsi. A tutti questi problemi viene persino dato un nome preciso: “Caffeine Use Disorder”.

E’ tuttavia bene anche tener presente che la caffeina non si trova soltanto nel caffè, ma spesso la si assume anche attraverso altri alimenti o bevande come quelle energetiche, quelle a base di Cola, il tè, il cioccolato, il guaranà, con le foglie di Yerba Mate e persino in alcuni farmaci dalle proprietà analgesiche.

«Gli effetti negativi della caffeina non sono spesso riconosciuti come tali, perché si tratta di una droga socialmente accettabile e ampiamente consumata, ben integrata nelle nostre abitudini e routine – spiega Laura Juliano dell’American University e coordinatrice dello studio – E mentre molte persone possono consumare caffeina senza avere danni, per alcuni produce effetti negativi, dipendenza fisica, interferisce con il funzionamento quotidiano e può essere difficile rinunciarci: tutti segni di un uso problematico».

Lo studio, pubblicato sul Journal of Caffeine Research, è stato in grado di riassumere molte delle ultime ricerche che hanno mostrato le prove biologiche inerenti alla dipendenza da caffeina. E’ proprio attraverso tali dati che si è potuto stabilire quanto sia diffusa la dipendenza da caffeina e quali sono i sintomi sia fisici che psicologici che è in grado di innescare nei consumatori abituali.
La Juliano mette in guardia anche dal consumo di tale sostanza in base all’età e alla condizione attuale. Per esempio, ricorda che gli adulti – ovviamente sani – dovrebbero limitare il consumo di caffeina a non più di 400 mg al giorno. In soldoni, si traduce a circa due-tre tazzine di caffè. Però se si assume anche tè (indicativamente un minimo di 60 mg per tazza) o energy drink (indicativamente 80 mg a lattina), ovviamente le tazzine di caffè dovrebbero essere ridotte.

Le donne in gravidanza dovrebbero ridurre di almeno la metà la dose massima raccomandata, quindi dovrebbero far attenzione a non superare i 200 mg al giorno. Chi invece dovrebbe astenersi quasi del tutto sono le persone che soffrono di ipertensione, disturbi cardiocircolatori, insonnia, crisi d’ansia, attacchi di panico e persino incontinenza urinaria.
Bisogna anche dire che la quantità di caffeina varia da caffè a caffè e non è così semplice riconoscerne il contenuto.

«In questo momento, i produttori non sono tenuti a etichettare quantità di caffeina e di altri prodotti come le bevande energetiche. Non vi è alcun regolamento sui limiti della caffeina», continua la Juliano.
Sembra che solo adesso ci stiamo rendendo conto del fatto che l’uso costante e massiccio di caffeina può diventare un grosso problema sociale. Recentemente, infatti, anche l’American Psychiatric Association Caffeine ha ufficialmente riconosciuto il “Caffeine Use Disorder” come vero e proprio problema di salute.

«Il malinteso che c’è tra i professionisti e non è uguale a quello che c’è intorno al fatto che non è difficile rinunciare alla caffeina. Tuttavia, secondo alcuni studi sulla popolazione, oltre il 50 per cento dei normali consumatori di caffeina hanno mostrato di avere difficoltà nello smettere o ridurre il consumo di caffeina. […]Inoltre, la ricerca genetica può aiutarci a comprendere meglio gli effetti della caffeina sulla salute e sulla gravidanza, così come le differenze individuali nel consumo di caffeina e sensibilità», conclude la dott.ssa Juliano.
Insomma, la caffeina nonostante sia alla portata di tutti, non è proprio per tutti.

http://www.lastampa.it/2014/01/30/scienza/benessere/caffeina-la-droga-pi-diffusa-al-mondo-bWOgCsfYltKllleanKcAsK/pagina.html

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