Biospazio

Teenager e diete
Date: Venerdì, maggio 31 @ 00:12:53
Topic Infanzia


Comportamenti alimentari a rischio nei giovani

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2013

MILANO - Il 40% degli adolescenti (12-14 anni) vorrebbe essere "più grande". Il dato proviene dall’Osservatorio su abitudini e stili di vita degli adolescenti della Società italiana di Pediatria. Osservatorio realizzato attraverso indagini quali-quantitavive annuali (prima edizione 1997), effettuate su un campione nazionale di 2mila studenti che frequentano la terza media. Che un adolescente possa desiderare di essere più adulto non è di per sé anomalo: una età maggiore garantisce certamente maggiori margini di libertà ed autonomia che, a quell’età, rappresentano un obiettivo di grande importanza. E, infatti, le ragioni per cui vorrebbero essere più grandi sono prevalentemente: essere più libero (43,2%); poter guidare l’auto (21,4%); poter uscire tutte le volte che si vuole (15,5%); non avere regole (9%); non dover chiedere permessi ai genitori (8,7%).
APPARIRE - Sorprende di più, invece, registrare - sempre dalle indagini SIP - che la percentuale di adolescenti che vorrebbe "apparire" più grande (senza necessariamente esserlo) è di gran lunga superiore (55,5%) e nelle femmine supera il 60%. Ma cosa c’è dietro questa singolare voglia di sembrare adulti se non può portare quei vantaggi oggettivi ai quali aspirano gli adolescenti quali, appunto, prendere la patente o non aver più bisogno del permesso dei genitori? Alessandra Marcazzan, psicoterapeuta dell’Associazione Minotauro di Milano legge in questo atteggiamento il riflesso della cosiddetta "società dell’immagine" nella quale viviamo. «Il modello estetico di riferimento per gli adolescenti - spiega la Marcazzan - è quello ben evidenziato dai media e dalla pubblicità: un soggetto adulto (maschio o femmina che sia) sui trent’anni, sessualmente maturo e fisicamente prestante; e a questo modello, che si esaurisce nella sua fisicità, tendono a voler somigliare. Viceversa, essere realmente adulti impone scelte e assunzioni di responsabilità alle quali gli adolescenti non si sentono pronti, anche perché in questo ambito la nostra società non riesce più a mettere in campo modelli di riferimento spendibili e attrattivi».

TRASGRESSIONE - La conferma di questo desiderio di adultità estetica a "responsabilità limitata" viene proprio dai riscontri dell’Osservatorio SIP: i comportamenti che gli adolescenti adottano per simulare un’età che non hanno sono prevalentemente di tipo estetico piuttosto che comportamentale e quando interessano i comportamenti sono orientati alla trasgressione piuttosto che all’equilibrio. Per sembrare più adulto il 26% dei maschi e, addirittura, il 73% delle femmine punta su interventi al look (modo di vestire, trucco, fare un piercing o un tatuaggio, mettere in risalto il seno), mentre solo l’11% (senza significative differenze di genere) adotta comportamenti più maturi (leggere, ridere meno, parlare con gli adulti, essere prudente, lavorare, cucinare, mangiare in modo più genuino). Per il 24%, invece, essere adulti significa "dire parolacce", mentre fumo e alcol rappresentano il simbolo della "adultità" per circa il 20% degli adolescenti intervistati. Inutile dire che il "vestire da adulti" non è certo tailleur per le ragazze e giacca e cravatta per i maschi ma, come ha efficacemente detto Roberta (13 anni) in uno dei focus group realizzati nell’ambito delle indagini SIP, «significa vestirsi in modo che gli uomini per strada si girano a guardarti».

TATUAGGI E PIERCING - Sul modo di vestirsi e di pettinarsi, in particolare, le scelte alle quali ci si "deve" uniformare risentono fortemente anche dei condizionamenti del proprio gruppo di riferimento. In pratica, la moda detta le linee guida generali, mentre le differenziazioni, invece di essere individuali, sono del gruppo. Un fenomeno che Carlo Buzzi, sociologo dell’Università di Trento, descrive come identificativo della difficoltà, molto diffusa tra gli adolescenti di oggi, di assumersi in proprio la responsabilità di un agire (in questo caso il modo di vestirsi), preferendo condividerla con altri. E tra le frontiere più recenti del look adolescenziale che "fa adulto" ci sono tatuaggi e piercing. Ma se per mettersi un paio di pantaloni a vita bassa con la marca degli slip bene in vista (per i maschi) o il "toppino" con l’ombelico en-plein-air (per le femmine) basta andarseli a comprare, per farsi un tatuaggio o un piercing legale, prima dei 18 anni, è indispensabile il consenso dei genitori. Consenso familiare che, a giudicare dal numero di adolescenti che li ha non deve essere così complicato, per i ragazzi, da ottenere.

I RISCHI PER LA PELLE - A questo proposito Lucrezia Frasin, dermatologa all’Ospedale di Lecco, ricorda che un tatuaggio non è mai completamente esente da rischi (anche perché si può essere allergici, senza saperlo, ad uno dei componenti che viene iniettato) e che comunque le garanzie igienico-sanitarie che la struttura che lo esegue può dare sono importantissime per minimizzare i rischi. «Così come è sempre bene tener presente - spiega l’esperta - che un tatuaggio è pressoché indelebile, perché le tecniche laser per la rimozione, comunque lunghe e costose, non sono mai completamente risolutive, anche perché se riescono a togliere il colore (il verde, ad esempio, è un colore quasi impossibile da eliminare) schiariscono la pelle». Attenzione, quindi, a farsi tatuare, sulla scia dell’emozione del momento, le iniziali del fidanzato di turno.

MAGRI A TUTTI I COSTI - Ma l’aspetto più pericoloso del "look" inseguito dagli adolescenti di inizio secolo è, con ogni probabilità, il "magro a tutti i costi". Secondo quanto emerge delle indagini della Società Italiana di Pediatria e della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza il 43% degli adolescenti vorrebbe essere più magro, il 26,5% ha già fatto una dieta e, tra questi, oltre il 40% se l’è autoprescritta. Un dato molto preoccupante secondo Silvano Bertelloni, pediatra adolescentologo dell’Università di Pisa e membro del direttivo dell’Associazione Laboratorio Adolescenza che spiega: «I disturbi della condotta alimentare (anoressia in testa) sono in rapidissimo aumento proprio tra i giovanissimi, anche in virtù di una anticipazione (fin già dai 12 anni) dell’attenzione al corpo e all’immagine del corpo. Nella grande maggioranza dei casi alla base della piramide di una anoressia conclamata c’è il desiderio di perdere peso anche se non ce ne è bisogno, al quale fa seguito una dieta, spesso autoprescritta».

Maurizio Tucci

http://www.corriere.it/salute/pediatria/13_aprile_24/adolescenti-look_03e07298-ac17-11e2-b753-2de04ad0a16e.shtml

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