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Adesso il diabesity fa davvero paura
Date: Giovedì, ottobre 06 @ 00:11:37
Topic Alimentazione


Un nuovo pericolospaventa adulti e giovani: ne parla il ministro della Salute

Ottobre 2011

Diabete e obesità se vanno di pari passo, convergono in un’unica malattia - di nuova generazione - definita in accezione strettaente tecnica diabesity. Rappresenta un nuovo pericolo da cui devono guardarsi adulti e giovani.

Combattere l’obesità, in un contesto simile, diventa anche per l’Italia obiettivo fondamentale. Lo ribadisce, nel corso della presentazione del decimo volume della collana “Quaderni del ministero della Salute” dedicato nello specifico ai temi dell’obesità e del diabete melillo, il ministro in pectore Ferruccio Fazio. Nell’intervento del titolare del dicastero della Sanità, sono snocciolate cifre preoccupanti che descrivono lo stato della penisola in maniera allarmistica:

«In Italia – fa sapere il ministro – l’obesità rappresenta un problema e a preoccupare magggiormente è l’obesità pediatrica, visto che il 35% dei bambini italiani, ovvero circa 1 milione di individui, risulta essere obeso o in sovrappeso».

Ad avvallare le parole di Fazio, i dati riportati all’interno della pubblicazione: oltre al dato relativo ai bambini, desta preoccupazione anche quello degli adulti. Si legge: 6 milioni di obesi, 3 milioni di diabetici (9% in più rispetto a cinque anni fa). Si tratta di una emergenza sociale e sanitaria al punto che, nel corso del 2010, ha determinato il 10-15% dei costi complessivi dell'assistenza sanitaria nazionale, facendo registrare oltre 70mila ricoveri per complicanze.

Continua Fazio: «Questo Quaderno testimonia la piena consapevolezza del ministero dell'estrema rilevanza della tematica e soprattutto l'intenzione di fornire elementi necessari a definire i criteri di appropriatezza, clinica, strutturale, tecnologica e operativa per la prevenzione di obesita' e diabete. Un concetto base, quello dell'appropriatezza a 360 gradi, della politica sanitaria del nostro Paese che deve consentirci di riportare a un sistema virtuoso le regioni rimaste indietro».

I dati Istat 2010 hanno fotografato l’Italia in maniera clinica: le persone con diabete rappresentano il 4,9% della popolazione; ogni anno 75mila persone con diabete subiscono un infarto, 18mila un ictus, 20mila vanno incontro a insufficienza renale cronica, mentre 5mila patiscono l'amputazione degli arti inferiori e 18mila muoiono. Inoltre, due terzi dei soggetti con diabete di tipo 2 sono obesi (BMI superiore a 27) e solo meno del 20% risulta normopeso. Invece, nel diabete di tipo 1, l’obesità riguarda circa un quarto dei pazienti. In tal senso, Fazio lancia un accorato monito e sottolinea che:

«La situazione può provocare conseguenze gravi pur non esendo omogenea su tutto il territorio nazionale: si passa dalla Valle D'Aosta, che ha una percentuale di bimbi obesi o in sovrappeso del 23%, alla Campania, dove le percentuali salgono al 49%».

Eppure – Fazio lo ha rimarcato ancora in mattinata a margine di un incontro al Senato organizzato dall'Italian Barometer Diabetes Observatory - nella cura delle malattie connesse all’obesità (diabete in primis), l'Italia «può ancora migliorare. Siamo uno dei Paesi con la sanità migliore, sotto la media Ocse rispetto alla Francia e alla Germania e uguale all'Inghilterra: a differenza degli altri Paesi europei, spendiamo meno per la cura del diabete offrendo, tuttavia, servizi adeguati».

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