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Dormi poco? I neuroni si addormentano
Date: Martedì, giugno 07 @ 00:41:50
Topic Fisiologia


Se manca il sonno i neuroni si spengono autonomamente, interferendo con le attività della veglia.


[ZEUS News - www.zeusnews.com - 28-04-2011]

Se si passa una notte insonne, o comunque dormendo male, il giorno dopo le prestazioni saranno nettamente inferiori al solito: errori, distrazioni, imprecisioni - per non parlare dei colpi di sonno - saranno comuni.

Non occorre uno studio scientifico per confermare un'esperienza che chiunque, almeno una volta nella vita, deve aver provato: dormire è indispensabile per poter funzionare al meglio durante la veglia.

Grazie a una ricerca condotta alla Winsconsin-Madison University (USA) e guidata da Giulio Tononi, ora però sappiamo perché la mancanza di sonno abbia conseguenze tanto tangibili.

La colpa è dei neuroni che, avendo bisogno di riposo ma constatando che il loro proprietario pensa a tutt'altro, decidono in autonomia di schiacciare un pisolino, creando ovviamente problemi a chi pensava di fare affidamento su di loro.

Non lo fanno tutti insieme, naturalmente: presumibilmente - secondo i ricercatori - le aree più sfruttate durante il periodo di veglia precedente e che non hanno potuto "rigenerarsi" a sufficienza a causa di un sonno eccessivamente breve saranno le prime ad andare in défaillance.

A questo conclusioni gli scienziati del Winsconsin sono giunti osservando dei topi: costretti a rimanere svegli, i roditori mostravano evidenti difficoltà a gestire compiti motori, una fatica che non presentano quando possono dormire il sonno del giusto.

Tramite l'encefalografia si è potuto dimostrare che ciò dipende da alcuni neuroni - in questo caso appartenenti alla corteccia motoria, ossia quella tenuta sotto osservazione durante gli esperimenti - che, sebbene il cervello nel suo complesso fosse sveglio e attivo, si erano "spenti": la facilità con cui è stato possibile rilevare questo fenomeno ha peraltro sorpreso gli stessi ricercatori.

Ciò che vale per la corteccia motoria varrà probabilmente anche per le altre aree del cervello, hanno concluso gli scienziati, che condurranno a questo proposito ulteriori test.

Per evitare questi inconvenienti non è sufficiente cedere ai primi segni di stanchezza: la sua percezione è infatti soggettiva, mentre il calo delle prestazioni è oggettivo e ha generalmente inizio prima ancora che ce ne si accorga. L'unica soluzione è mantenere dei ritmi di sonno regolari.

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