Il caffè? Non sveglia, anzi, crea dipendenza. E' questo il verdetto finale di uno studio condotto all'Università di Bristol, che ha analizzato i comportamenti di 379 amanti dell'espresso.
4 giugno 2010
All'inizio della ricerca, i volontari sono stati divisi in due gruppi: uno composto da 162 bevitori moderati, (una tazzina di caffè o meno al giorno) e 217 "accaniti" con l'abitudine di bere oltre una tazzina al dì. Dopo averli privati del caffè per 16 ore, gli studiosi hanno fornito ad alcuni di loro 100 milligrammi di caffeina e dopo un'ora e mezza, altri 150 milligrammi, mentre ad altri negli stessi intervalli di tempo, solo un placebo.
Dopo aver esaminato i livelli di ansia, allerta e mal di testa dei partecipanti, gli studiosi non hanno rilevato differenze sostanziali tra i gruppi. In conclusione, secondo gli scienziati, il caffè crea assuefazione e più lo si beve, meno diventa efficace. Peter Rogers, psicologo che ha condotto lo studio, ha infatti spiegato che: "quando si è in astinenza da caffè, fra una tazzina e l'altra, il livello di attenzione scende al di sotto della soglia 'normale' per quell'individuo: bere la tazzina non fa 'svegliare', semplicemente riporta l'amante del caffè nella situazione-base". Secondo lo studioso, il problema principale legato all'espresso è quello della dipendenza: "In chi beve abbastanza caffè basta meno di un giorno lontano dalla tazzina per ritrovarsi con il mal di testa e una riduzione della lucidità mentale".
www.diregiovani.it
|
