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Un enigmatico "buco" nel bilancio energetico della Terra
Date: Lunedì, maggio 03 @ 00:01:57
Topic Ecologia


Se si valuta l'energia solare in ingresso sul pianeta, quella in uscita e l'aumento delle temperature superficiali e oceaniche fino a 2000 metri di profondità, i conti non tornano





Circa la metà del sovrappiù di calore incamerato dalla Terra negli ultimi anni sfugge agli attuali strumenti di monitoraggio climatologico del pianeta: è questa la conclusione di uno studio pubblicato su Science nel quale due ricercatori del National Center for Atmospheric Research (NCAR), Kevin Trenberth e John Fasullo, hanno tracciato un quadro complessivo del bilancio energetico in entrata e uscita dal nostro pianeta. Con il progressivo accumulo di gas serra in atmosfera, i satelliti mostrano infatti un crescente sbilanciamento fra l'energia solare in ingresso nell'atmosfera e quella rilasciata dalla superficie terrestre, uno squilibrio che è all'origine del riscaldamento globale a lungo termine.

"Al cuore del riscaldamento globale c'è uno squilibrio fra l'energia solare che entra nell'atmosfera e quella che la lascia. La nostra preoccupazione è che non siamo in grado di monitorare e comprendere completamente questo sbilanciamento. Ciò rivela un'evidente lacuna nella nostra capacità di osservare l'aumento di calore nel nostro sistema climatico", ha detto Fasullo. Per questo i ricercatori affermano che è necessario incrementare la rete di strumenti di rilevazione, provvedendo in particolare a progettarne e posizionarne un adeguato numero nelle profondità marine, oggi non adeguatamente monitorate.

Tracciare il percorso del calore sulla Terra è molto più complesso che misurare semplicemente la temperatura superficiale del pianeta. Gli oceani assorbono circa il 90 per cento dell'energia solare intrappolata dall'effetto serra. Un'altra parte del calore va a sciogliere ghiacciai e coltri glaciali, a riscaldare il terreno e l'alta atmosfera, mentre solo una piccola parte va a riscaldare l'aria in prossimità della superficie terrestre.

Le misurazioni da satellite indicano che la quantità di energia solare intrappolata dall'effetto serra è aumentata negli ultimi anni mentre l'incremento del calore misurato neillo strato dei primi 1000 metri di profondità marina è rimasto costante. Trenberth e Fasullo stimano, sulla base dei dati satellitari, che la quantità di energia in più si aggiri sui 10 watt per metro quadrato, mentre i sensori oceanici indicano un aumento di soli 0,5 watt per metro quadrato.

Un frazione del calore mancante, osservano i ricercatori, potrebbe essere il risultato di imprecisioni nelle misurazioni da satellite e dei sensori di superficie, o perfino di errori nella elaborazione di questi dati. Fino al 2003, l'aumento del calore misurato era coerente con le previsioni dei modelli al computer, ma un nuovo gruppo di strumenti di monitoraggio oceanici ha mostrato una costante diminuzione del tasso di riscaldamento oceanico, anche quando lo sbilancio fra energia in ingresso e in uscita rilevato dai satelliti continuava a crescere.

Una parte di questo calore mancante deve essere andato a contribuire allo scioglimento delle coltri glaciali della Groenlandia e dell'Antartico, ma gran parte di esso potrebbe essere nell'oceano. Un certo aumento della sua quantità può essere rilevato a profondità comprese fra i 1000 e i 2000 metri, ma molto di più potrebbe essere conservato a profondità maggiori di quelle raggiunte dai sensori oceanici. (gg)
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