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Meno soldi, più salute?
Date: Sabato, ottobre 17 @ 19:48:27
Topic Editoriali


Si sta più attenti all'alimentazione



DI ELENA SPECIANI
Ha cominciato uno dei grandi sapienti dell'antichità (probabilmente Ippocrate) al capezzale di un malato. “Pane, verdura, un po' di carne o pesce servono a far vivere il paziente”. “E tutto il resto?” “Serve a far vivere i medici”.

Poi sono arrivati i tempi duri, ad esempio la Seconda Guerra Mondiale con le sue restrizioni dietetiche e le sue tessere annonarie. Una studiosa dell'epoca sbeffeggia le tenere mammine che si dolgono di non poter più dare ai figlioletti la classica merenda d'anteguerra: pane bianco abbondantemente spalmato di burro e coperto di zucchero. Meglio una fetta di pane più o meno integrale, tuona l'esperta, con olio - chi lo trova - e sale. Le raffinatezze vanno riservate ai nostri eroici soldati, ma una merenda più sobria è tutta salute in più per i figli.

Poi è arrivata la grande esplosione della “dieta che allunga la vita”: secoli e millenni di ricerche, e poi l'unica vera soluzione emersa dalla scienza è l'alimentazione al limite della sopravvivenza (purché completa dei micronutrienti essenziali). Pare che gli scienziati coinvolti nelle ricerche seguano davvero questa alimentazione, ma non è dato sapere chi abbia seguito il loro esempio. Per saperne di più: Denise Grady, Low-Calorie Diet May Lead to Longer Life.

Adesso si arriva al punto. In casa ci sono meno soldi, e ci sono due strade diverse per risolvere il problema dei pranzi quotidiani.

La prima strada è quella sbagliata. Biscotti o merendine o paste o riso di marche sconosciute comprati nei discount più discount della città. McQualcosa invece di una buona pizza. Bibite o vini a prezzo super-super-basso.

Questo percorso può essere pericoloso, a volte molto pericoloso. Perfino i prodotti di marca sono a volte riciclati, scaduti, sgelati e ricongelati, o additivati con sostanze a rischio; figuriamoci i super-discount. Ricordate il vino al metanolo? Il nostro esperto di vini, Gianni Verdi, titolare di una enoteca particolarmente seria, visse a quei tempi una stagione gloriosa, perché i clienti che avevano acquistato vini a basso prezzo si erano accorti di quanto rischiavano.

E allora cosa si può fare?

Ce lo spiega Carlo Petrini, il padre fondatore di Slow Food. L'idea è molto semplice. Non è il cibo che costa, è la filiera. Accorciamo la filiera, e avremo due cose: cibo che costa meno, e cibo migliore.

Esempi? Comprare direttamente dai contadini. Comprare prodotti stagionali. Comprare in gruppo (GAS, Gruppi di Acquisto Solidale) dividendosi fra colleghi o amici un acquisto importante.

Ci sono tante soluzioni. Le consegne a domicilio di frutta e verdura. La scelta di usare tutto, ma proprio tutto, dell'animale macellato. La scelta di usare pesce poco noto (ad esempio il pesce azzurro) invece del solito branzino. Più gli street food alternativi ai soliti paninazzi, come il cartoccio di pesciolini fritti a Genova, il panino con la milza a Palermo, il panino col lampredotto a Firenze, che costano tutti intorno ai due euro.

La ciliegina sulla torta la mette uno studio americano pubblicato sul Canadian Medical Association Journal: nei paesi ricchi la crisi colpisce duro, la gente compra meno sigarette, meno alcol e fa meno stramangiate. Così la mortalità scende. Attenzione, però: scende di poco nei paesi dove l'assistenza medica è a carico dello Stato (Germania, Svezia, eccetera), scende di parecchio (quasi il 20%) nei paesi dove le spese mediche sono a carico del cittadino.

Questo significa che fumo o bevo o festeggio di meno perché so che dovrò pagarmi da solo le relative cure? Come al tempo delle inique sanzioni e delle tessere annonarie, sarebbe già qualcosa.
eurosalus.com

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