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L’impatto ecologico degli OGM svelato dalle api
Date: Martedì, marzo 03 @ 00:15:25
Topic Ogm


Kenya: una ricerca ha utilizzato le api per valutare il rischio di contaminazione transgenica



I fagiolini (Vigna unguiculata) sono uno dei più diffusi alimenti delle regioni tropicali semi-aride, soprattutto africane. Per proteggere le coltivazioni dagli insetti, nell’Africa occidentale, è in progetto l’introduzione di varietà geneticamente modificate, sotto il controllo dell’African Agricultural Technology Foundation (AATF).
È necessario però valutare il rischio che i geni modificati possano trasmettersi anche alle specie native, principalmente attraverso l’impollinazione.
Per questa ragione dei ricercatori dell'International Centre of Insect Physiology and Ecology, Nairobi, Kenya, hanno studiato il comportamento delle api che normalmente impollinano i fagiolini, per vedere a che distanza dalle coltivazioni si spostino in cerca di nettare. La ricerca è stata pubblicata dall'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (1).
Servendosi di minuscole radio trasmittenti, gli scienziati hanno seguito, per ben tre anni, 134 voli di api, che hanno coperto distanze tra i 50 metri e i 6 chilometri. In questo modo hanno potuto calcolare un potenziale raggio di contaminazione genetica di 10 chilometri, anche se di fatto la maggior parte di api non è volata più lontano di 5 chilometri.
Le api sono attratte maggiormente dalla grande quantità di fiori che contraddistingue una piantagione di fagiolini OGM, mentre nei territori dove vive la variante nativa la fioritura è meno intensa. Inoltre, e i territori sono ben delimitati, le api volano prevalentemente sull’uno o sull’altro, senza passare dall’uno all’altro. Nonostante questo i ricercatori non pensano che sia possibile isolare completamente una coltivazione di fagiolini OGM, e in definitiva hanno concluso che una contaminazione transgenica tra la specie OGM e la variante nativa sarebbe inevitabile. È quindi fondamentale che la variante OGM non contenga geni potenzialmente dannosi per la specie primitiva.
La ricerca ha comunque mostrato che le api possono essere un mezzo molto potente e affidabile di studiare l’impatto ecologico degli organismi geneticametne modificati.
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