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Il paziente consapevole sta peggio
Date: Martedì, aprile 01 @ 00:02:24
Topic Farmaci


Non è detto che il coinvolgimento dei pazienti porti a miglioramenti clinici, anzi.


Lo sostiene uno studio pubblicato dagli Annals of Behavioral Medicine.

I ricercatori del Veterans Affairs Iowa City Health Care System hanno preso in esame 189 pazienti ipertesi per monitorare il loro approccio al percorso terapeutico, e hanno scoperto con sorpresa che quelli che preferivano un maggiore coinvolgimento, un ruolo più attivo e consapevole, avevano in media la pressione sanguigna più elevata (141/79 vs. 137/72) e il quadro lipidico più preoccupante (colesterolo LDL 112 vs. 92) dopo 12 mesi di follow-up.

Spiega Austin Baldwin, professore di Psicologia e leader del team di ricercatori del Veterans Affairs Iowa City Health Care System: “L’assunto intuitivo che le persone più coinvolte nella gestione della propria salute siano le più abili a gestire le proprie condizioni croniche a quanto pare è sbagliata. Quei pazienti che preferiscono un’assistenza ‘medico-centrica’ nella quale lo specialista è una figura più autoritaria e il paziente più passiva hanno migliori outcome clinici”.

Come spiegare il fenomeno? Forse i pazienti che preferiscono un ruolo più attivo tendono a essere più facilmente delusi dell’andamento della terapia e hanno una compliance peggiore.

Fonti. Baldwin AS et al. Preferences for a patient-centered role orientation: association with patient information seeking behavior and clinical markers of health. Annals of Behavioral Medicine 2008; 35(1).

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