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L'Aulin è tossico?
Date: Venerdì, maggio 25 @ 00:07:18
Topic Farmaci


Le autorità sanitarie irlandesi lo hanno ritirato dal commercio


La decisione delle autorità sanitarie irlandesi di ritirare dal mercato i farmaci a base di nimesulide (tra i quali il più noto è senza dubbio l'Aulin) ha scatenato in tutta Europa e anche in Italia un fitto scambio di polemiche, concentrate più che sulla pericolosità del farmaco in sé - già ben nota agli addetti ai lavori ma forse non altrettanto al grande pubblico - sull'abitudine dei farmacisti nostrani di vendere farmaci potenzialmente dannosi senza ricetta medica.

L'allarme. La decisione di sospendere la vendita di farmaci a base di nimesulide in Irlanda è stata assunta a seguito di un allarme lanciato dalla National Liver Transplant Unit dell'ospedale St. Vincent per 6 casi di insufficienza epatica grave (a quanto pare causati proprio dall'assunzione a lungo termine di nimesulide) che hanno richiesto un trapianto di fegato. Le autorità irlandesi hanno chiesto ufficialmente una rivalutazione del profilo di sicurezza della nimesulide al CHMP, il comitato di esperti per le specialità medicinali dell'Agenzia Europea del Farmaco (EMEA). "Per molto tempo la nimesulide ha goduto della fama di un farmaco non molto rischioso, ma ogni anno, noi medici internisti, osserviamo un numero abbastanza preoccupante di pazienti che subiscono danni epatici e dell'apparato gastroenterico causati proprio da questa molecola", ha dichiarato al Corriere della Sera Giovanni Mathieu, presidente della Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti, commentando la decisione dell'Agenzia del farmaco irlandese. "Come ogni farmaco la nimesulide va valutata all'interno di un rapporto rischio-beneficio. Purtroppo, infatti, come ogni farmaco, anche la nimesulide presenta aree di rischio. La nimesulide viene considerata una molecola di facile uso quasi fosse un farmaco da banco, ma è tutt'altro che un medicinale innocuo".

Richiamo all'ordine. L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha diffuso una nota informativa nella quale si legge: "Il profilo di sicurezza di nimesulide relativamente alla tossicità epatica era già stato oggetto di una rivalutazione da parte del CHMP nel 2003, che si era conclusa con un giudizio favorevole del profilo beneficio-rischio. L'AIFA ha costantemente monitorato in questi anni il profilo di sicurezza della nimesulide; metterà a disposizione i dati nazionali e parteciperà attivamente alla rivalutazione del farmaco a livello europeo. Nel frattempo si richiamano medici, farmacisti e cittadini alla scrupolosa osservanza delle informazioni relative al farmaco con particolare riguardo al rispetto di indicazioni e controindicazioni e posologia. Si ricorda inoltre che il farmaco deve essere dispensato solo dietro presentazione di ricetta medica".

Ricetta sì, ricetta no. Ma queste norme di sicurezza sono rispettate nelle farmacie italiane? Chiunque di noi ha mai chiesto un farmaco a base di nimesulide in farmacia senza presentare ricetta medica, sa di non aver incontrato alcuna difficoltà ad acquistarlo. Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (MNLF) attacca: "La richiesta disinvolta dei cittadini di farmaci con obbligo di ricetta medica, come la Nimesulide, non ha nulla a che fare con il decreto Bersani, ma molto con il comportamento contrario alla legge tenuto dalle farmacie. Già nel 2005 questa organizzazione, dopo un’inchiesta di un giornalista del quotidiano “la Provincia” di Como che su sette farmacie visitate si vide consegnare da tutte e sette l’Aulin senza ricetta, aveva denunciato la diffusione in tutta Italia di questo modo di fare. Il Presidente dell’Ordine di Como, chiamato in causa dall’inchiesta, giustificò la consegna del farmaco con ragioni d’urgenza, fatto questo assai strano, quando avviene in pieno giorno e in orario di visita dei medici. La verità è che per le farmacie “l’incasso” e la paura di perdere il cliente hanno un valore molto più elevato della tutela della salute pubblica. Mentre in modo strumentale si utilizzano tutte le occasioni per attaccare un provvedimento che ha aperto una breccia nel monopolio delle farmacie, dall’altro vengono consegnati senza ricetta anticoncezionali, antibiotici, antinfiammatori cortisonici, ansiolitici, antidepressivi e molto altro. Politica questa, spesso imposta ai collaboratori di farmacia che, pena il licenziamento, debbono “adeguarsi” ai comportamenti dettati dalla proprietà delle aziende. La Federazione degli Ordini dei Farmacisti ha il compito di rappresentare tutti i farmacisti italiani, per la difesa delle farmacie è preposto il sindacato di categoria. Molto meglio farebbe ad intervenire con maggiore determinazione contro quei colleghi che oltre a produrre un rischio per il cittadino danneggiano l’intera categoria. Il MNLF invita il Ministero della Salute ha vigilare in modo più capillare: la “Casa della salute” si costruisce innanzitutto dalla professionalità degli operatori non dal luogo ove questi operano". Anche l'associazione di difesa dei consumatori Codacons va giù dura e chiede controlli a tappeto nelle farmacie italiane: "La notizia della sospensione della commercializzazione dei farmaci che contengono nimesulide da parte dell' Agenzia del farmaco irlandese deve far riflettere i consumatori ed i farmacisti italiani. In Italia, infatti, si abusa di questo farmaco che viene tranquillamente venduto, nonostante sia obbligatoria la prescrizione del medico, senza bisogno di mostrare la ricetta. Nella migliore delle ipotesi il farmacista chiede al consumatore se ha problemi di stomaco e lo informa che non dovrebbe venderglielo senza la ricetta, ma poi, dopo la "predica", "gentilmente", lo vende. Ebbene, il Codacons chiede a Federfarma di ricordare ai suoi affiliati l'importanza di rispettare la normativa vigente ed al contempo chiede al ministero della Salute di predisporre accurati controlli. Ma Giorgio Siri, presidente di Federfarma, difende a spada tratta la categoria dei farmacisti: "'Nessun farmacista consiglia l'uso della nimesulide se non è strettamente necessario, proprio per via delle possibili controindicazioni al fegato dovute al sovradosaggio. Già note a tutti da tempo. Ciononostante, sarà nuovamente inviata a tutte le farmacie della penisola aderenti a Federfarma la circolare che mette in guardia da un uso poco accorto e dal vendere il farmaco senza ricetta medica. Il problema alla base del consumo della nimesulide 'fuori prescrizione' deriva però dalla possibilità di usare la ricetta del medico più volte nell'arco di sei mesi. E dalle confezioni del farmaco che contengono troppe bustine rispetto ai bisogni. Per questa ragione proporremo al ministero della Salute di ridurre le confezioni di nimesulide, visto che il più delle volte si tratta di un farmaco usato all'occorrenza. E che mai deve essere assunto per un periodo prolungato".

david frati


Il Pensiero Scientifico Editore

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