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Il punto sulle Medicine Non Convenzionali
Date: Venerdì, maggio 25 @ 13:27:59
Topic Editoriali


Chi si stà occupando veramente di Medicine Complementari? E perchè vale la pena studiarle ed effettuare ricerche nel campo?
Articolo
di Luciano Rizzo

 


Attualmente
il mondo scientifico manifesta sempre più interessi per le ricerche nel
campo della medicina non convenzionale.

 Il
caso più eclatante riguarda le delibere dell’Office of Alternative
Medicine
del National Health Institute of Washington ( NDR.
Si tratta di una associazione governativa americana con una cinquantina
di grattacieli totalmente utilizzati per ricerche sulla salute).


Grazie
ad essa per il 1998 sono stati destinati 20 milioni di dollari 
per la ricerca sulle medicine complementari e alternative (MCA)


Il
budget sulle MCA è passato dai 2 milioni di dollari del 1992 ai 20 del
1998. (Farmacia Naturale, Nov, 1998).


Nel
1999 il Centro per le MCA è diventato autonomo, con un finanziamento di
50 milioni di dollari. Inoltre è stata approvata una procedura che
permetterà ai ricercatori di accedere a finanziamenti fino a 1 milione
di dollari all’anno per quattro anni per ricerca. (Il giornale del
Medico, Masson, 25 Gen 1999
).


 


Da
molto tempo ormai ci si interroga sull’effetto prodotto dall’uso
massiccio di farmaci di sintesi a partire fin dall’infanzia; questi
interrogativi nascono soprattutto dall’insorgenza di nuove patologie,
dalla resistenza ai farmaci di quelle già esistenti e dei casi sempre
più numerosi di forme allergiche e di ipersensibilità.


La
fiducia dei sanitari nel fatto che i farmaci artificiali interagiscano
con l’ enorme quantità di sistemi di omeostasi dell’ organismo
senza causare seri danni si scontra con i risultati di vari studi sulle
reazioni avverse ai farmaci. Uno dei più interessanti è quello dell’
Università di Toronto su di una serie di 153 studi pubblicati in
32 anni negli USA. Secondo questi dati nel 1994 negli USA ci sono stati
33 milioni di ricoveri ospedalieri. Di questi 700000 hanno manifestato
gravi reazioni farmacologiche inattese, mentre il numero di reazioni
fatali è stato di 63000. A Queste vanno aggiunte 43000 reazioni
farmacologiche fatali non verificatesi in ospedale, ma che hanno
richiesto il ricovero.


Le
reazioni farmacologiche dannose inattese” diventano quindi
tra la quarta e la sesta causa di morte negli USA, e la loro incidenza
è rimasta stabile negli ultimi trent’ anni. 



(Journal
of American Medical Association,15-4-1998, vol. 279,n° 15,
una delle
più prestigiose riviste mediche).


 


La
medicina non convenzionale ha come obbiettivo principale il
potenziamento delle autodifese dell’organismo, senza quindi generare
delle interferenze artificiali allo svolgersi di tale processo, ma
rendendo il corpo sempre più “intelligente” nei confronti degli
agenti patogeni.


Un
medico che ha condotto ulteriori studi nelle medicine complementari fa
risparmiare i suoi assistiti, perché se è vero che i rimedi naturali
costano di più, crolla verticalmente il numero di indagini strumentali
ed esami prescritti, con grande risparmio per le strutture sociali.


Inoltre
i reclami verso medici che usano le MNC sono meno frequenti e meno gravi
di quelli riguardanti la medicina convenzionale.


Ciò
comporta che i costi delle MNC sono inferiori a quelli delle Medicine
convenzionali e un loro maggior utilizzo porterebbe a una liberazione di
risorse. (JAMA, Nov. 1998)


Si
tratta quindi di una medicina di altissimo interesse sociale, in un
momento in cui i bilanci destinati alla Sanità sono diventati
“voragini” che assorbono più della metà dei budget governativi.


 


Nasce
quindi spontanea l’esigenza  di
investire su progetti rivolti alla medicina non convenzionale, che dal
canto suo offre già un notevole contributo a livello terapeutico.


Basti
pensare ai risultati di un’indagine Doxa presentata il 16
Settembre1999 a Milano, promossa dall’ANIPRO (ass. dei produttori dei
rimedi omeopatici): “su 6000 famiglie distribuite sul territorio il
16.5% del campione ha usufruito almeno una volta di cure omeopatiche”.



Una
seconda indagine, sempre della Doxa ha riguardato i fruitori di rimedi
omeopatici, ovvero famiglie che avevano usato queste cure almeno una
volta negli ultimi tre anni. In questa seconda indagine “ in circa 3.5
milioni di famiglie italiane uno o più componenti ha usato rimedi
omeopatici negli ultimi tre anni; poiché sono stati individuati in
media 1.7 utilizzatori, si può calcolare che quasi 6 milioni di
italiani si siano sottoposte a cure omeopatiche negli ultimi 3
anni”.Secondo la statistica Doxa l’81% ha giudicato efficaci i
rimedi utilizzati e la stessa percentuale conta di rivolgersi a medici
omeopati anche in futuro. La principale qualità attribuita a questi
medici è: “cerca di capire tutti i miei problemi di salute”. (da Farmacia
Naturale, Nov, 1999
).


L’
Italia è perciò attualmente il paese con il più elevato trend di
crescita di tutta Europa per quanto riguarda l’ Omeopatia e le MCA.

 


Un
altro esempio è sicuramente lo studio di Nature Medicine [1998
Jan, 4(1)
], secondo cui “un medico su sei in Australia cura i suoi
pazienti con le terapie naturali”. (Farmacia Naturale, Aug, 1998).

 


Crediamo
che i tempi siano maturi affinché anche a queste terapie vengano
dedicate maggiori risorse istituzionali. Ritardare la risposta a questa
esigenza di ricerca, equivarrebbe a 
privarci della parte di innovazioni e scoperte che il nostro
paese sicuramente può ottenere in questo campo, anche con dei budget
contenuti, ma soprattutto equivale ad un aggravio di costi per le
strutture sociali e per i cittadini.


 






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