A rischio soprattutto i bambini costretti a respirare vapori di cloro
Fare sport fa bene, e cominciare da piccoli è meglio. E fra tutti gli sport, il nuoto è uno dei più completi. Queste massime salutistiche restano valide, ma forse bisognerebbe fare più attenzione a dove, come e quando si fa sport, e in particolare proprio nuoto. Da una ricerca epidemiologica condotta da Alfred Bernard e Marc Nickmilder dell’Università cattolica di Lovanio e pubblicata sull’ultimo numero di Occupational and Environmental Medicine, una rivista specializzata facente capo al "British Medical Journal" (BMJ) risulta infatti che la frequentazione fin da piccoli di piscine coperte che utilizzano il cloro per la sanificazione dell’acqua è un fattore importante nello sviluppo di disturbi respiratori e asma. L’ambiente chiuso costringerebbe infatti i bambini a respirare composti di cloro in quantità sufficiente a irritare a lungo andare l’apparato respiratorio.
I ricercatori hanno analizzato i tassi di asma, riniti allergiche, eczema topico riportati dall’International Study of Asthma and Allergies in Childhood (ISAAC), relativi a 190.000 giovani fra i 13 e 14 anni di 21 paesi europei.
Dopo aver esaminato e scorporato una serie di possibili fattori rilevanti, dalla situazione economica generale del paese, al clima, fino all’altezza della località, i ricercatori hanno rilevato una forte correlazione fra il tasso di asma e il numero di piscine coperte per 100.000 abitanti. Il tasso di difficoltà respiratorie aumenta del 3,39 e quello dell’asma del 2,73 per cento per ogni piscina coperta in più (per 100.000 abitanti) che utilizzi cloro per la purificazione microbiologica dell’acqua.
lescienze.it
|
