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Un test per valutare la tossicità delle nanoparticelle
Date: Giovedì, marzo 02 @ 00:17:04
Topic Ecologia


Siamo alle solite: immettiamo nuove sostanze nell'ambiente senza sapere che effetto possono avere.

Attualmente non esistono normative che regolino la materia


Si prevede che il mercato delle nanotecnologie toccherà un giro d’affari superiore ai mille miliardi di dollari entro il 2015, tuttavia allo stato attuale non esiste alcuna regolamentazione statale o industriale tesa ad assicurare la sicurezza e la salubrità dei nanomateriali, che in realtà pongono problemi del tutto peculiari.
Come osserva Andre Nel, docente di medicina all’UCLA e membro del California NanoSystems Institute (CNSI), alla scala del miliardesimo di metro moltissimi materiali esibiscono proprietà chimiche e fisiche differenti da quelle usuali. Proprio in queste caratteristiche risiede il loro interesse nel campo della microelettronica, dell’ottica, dei processi catalitici, per non parlare degli articoli sportivi, tessili, cosmetici e farmacologici, in cui entrano sempre più spesso.
Allo stato attuale delle conoscenze, la potenziale tossicità delle nanoparticelle è limitata, tuttavia i ricercatori segnalano che alcuni di questi prodotti, una volta entrati nell’organismo umano, potrebbero esibire una azione tossica a livello cellulare, di fluidi corporei, tessuti od organi.
Per evitare questi rischi Nel e il suo gruppo di ricerca hanno elaborato una nuova metodica atta a testare la potenziale tossicità delle nanoparticelle. Il modello di Nel, descritto in un articolo sull’ultimo numero di Science, punta sulla possibilità di rilevare la capacità delle nanoparticelle di generare all’interno di un organismo specie reattive dell’ossigeno che possono scatenare fenomeni infiammatori e, a catena, altri effetti negativi per la salute.

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