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Dipendenza da poker
Date: Martedì, giugno 07 @ 09:36:14
Topic Psicologia


Il gioco d'azzardo per il cervello è come una droga.


Lo dimostra uno studio tedesco pubblicato su Nature Neuroscience: la dipendenza, in entrambi i casi, sarebbe legata a una debole attività nei circuiti nervosi del piacere e della ricompensa, che porterebbe sia i giocatori incalliti sia i tossicodipendenti a sopperire attraverso un comportamento eccessivo. Lo studio dell'Università Krankenhaus Eppendorf di Amburgo ha confrontato le immagini della risonanza magnetica funzionale (fMri) durante un gioco di carte di due gruppi di persone, 12 giocatori compulsivi e 12 giocatori non d'azzardo. Nonostante perdite e vincite siano state le stesse, nel primo gruppo si è registrata una minore attività dello striato ventrale, un'area profonda del cervello che presiede alle sensazioni di soddisfazione e di piacere. L'anomalia, che era già stata riscontrata in passato nei tossicodipendenti, dipende da una scarsa produzione del neurotrasmettitore dopamina, la cui mancanza sarebbe la causa dell'ossessivo bisogno della sostanza stupefacente o, analogamente, del gioco d'azzardo. Per questo, secondo il neurologo Christian Büchel che ha guidato lo studio, il gioco può essere considerato come una forma di tossicodipendenza non basata sulle droghe. Ma le reazioni alla ricerca non sono state unanimemente favorevoli. Per spiegare il complesso meccanismo della dipendenza, sostengono le voci contrarie, non basta l'osservazione dell'attività cerebrale, ma è necessario tenere in considerazione anche altri fattori, come l'ambiente sociale dell'individuo. (da.c. Galileonet.it)


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