Meno stress, più contatto con la natura e più attività fisica aiutano
Lo rivelano i ricercatori dell'Università di Atene, che hanno tenuto sotto osservazione 1.150 persone per 15 anni. Secondo lo studio, pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health, si sono verificati meno decessi, in particolare per le malattie cardiovascolari, fra i residenti ad alta quota. L'equipe ha stilato nel 1981 una sorta di cartella clinica degliabitanti di Arahova, un villaggio nella regione montagnosa di Sterea Hellas, 950 metri sopra il livello del mare, e di Zevgolatio e Aidonia, nella parte pianeggiante del Peloponneso: sono stati raccolti dati come sesso, età, peso, vizio del fumo, consumo di alcol, pressione, colesterolo e altri fattori di rischio. Indagine e analisi del sangue sono state ripetute nel '96. Gli uomini e le donne di montagna sono risultati all'inizio più a rischio di malattie cardiovascolari: presentavano livelli maggiori di grassi nel sangue e ipertensione. Eppure, nei 15 anni dello studio, si sono verificati 133 decessi rispetto ai 157 fra gli abitanti delle aree pianeggianti. Anche la mortalità per malattie cardiache è risultata più bassa. La montagna, spiegano i ricercatori, 'obbligherebbe' a fare maggior esercizio fisico, spingendo il cuore a lavorare di più e meglio. Inoltre, vivere ad alta quota produrrebbe cambiamenti a lungo termine nell'organismo per permettergli di adattarsi alla minor quantità di ossigeno. E questo, secondo l'equipe greca, a tutto vantaggio della salute.
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