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La teconologia blocca l'evoluzione
Date: Martedì, giugno 07 @ 09:36:14
Topic Editoriali


Secondo Joseph Chilton Pearce, la marcia verso il progresso tecnologico potrebbe trasformarsi in una processione funebre per la nostra specie.


Il famoso scrittore (L’incrinatura nell’uovo cosmico, Magical Child, Evolution's End, The Biology of Transcendence) nonché conferenziere apprezzato a livello internazionale, ritiene che le moderne tecniche educative siano solo una delle molte cause che impediscono la realizzazione del nostro potenziale di esseri umani. Sebbene l’evoluzione ci abbia dotato di straordinarie capacità, queste ultime, secondo Pearce, restano latenti e inutilizzate perché stiamo bloccando il nostro sviluppo naturale.

Il fatto che lo sviluppo degli esseri umani avvenga per stadi – sia fisicamente che psicologicamente – non è nulla di nuovo. Le teorie moderne prevedono stadi di sviluppo fino all’età adulta, quando – almeno secondo i libri di testo – abbiamo praticamente realizzato il nostro programma biologico. Nel suo nuovo libro, The Biology of Transcendence, Pearce argomenta che la natura ci permette di svilupparci anche in fase adulta, ma solo in maniera sequenziale. Tuttavia, quando raggiungiamo l’età matura, siamo già azzoppati da fatti come la nascita in un ospedale asettico, l’assistenza di una baby-sitter, la televisione, un’istruzione accelerata e una dieta satura di ormoni della crescita.

Sostenendo che l’unico fattore che impedisce il completamento di tre miliardi di anni di evoluzione è la nostra ignoranza, Pearce considera l’educazione nell’accezione più vasta possibile. Se egli ha ragione, il vero sovraffollamento non è quello delle nostre scuole, ma delle idee sbagliate nella nostra mente.

Qual è il problema più grande che deve affrontare l’educazione?

Joseph Chilton Pearce: Il nostro sistema è crollato non perché sia cattivo – non ne abbiamo mai avuto uno buono – ma perché abbiamo danneggiato la maggior parte dei nostri bambini con un’educazione oltre i limiti. Le scuole sono così impoverite da chi non ce la fa, che anche chi ce la fa paga un prezzo.

In che modo abbiamo danneggiato i nostri bambini?

Joseph Chilton Pearce: La causa principale è il parto tecnologico in ospedale, che provoca un danno neurologico. Se distruggi il modello di nascita codificato nei nostri geni, distruggi anche il modo con cui il cervello-mente costruisce se stesso, pagando un prezzo. Se osserviamo lo sviluppo del bambino e del nostro cervello-mente come una struttura auto-organizzantesi, scopriamo che gran parte del nostro potenziale non viene realizzato. Ovunque abbiamo esportato il nostro modello di parto medico, ci troviamo di fronte agli stessi problemi.

James Prescott ha scoperto una perfetta corrispondenza tra la coesione sociale e il modo in cui i bambini vengono portati al mondo e quindi educati. Secondo Michel Odent, alla nascita il sistema immunitario si fissa in una forma immutabile, a seconda del rapporto che il neonato ha con la madre. Se interferiamo nel legame fondamentale della vita al momento della nascita, mettiamo a rischio tutti i legami successivi con la terra, con la società e con l’altro sesso (ovvero, con il legame base della vita). Questo non vuol dire che se si crea il legame iniziale, tutti gli altri sono garantiti; significa solo che se i successivi legami potranno godere delle premesse e delle basi giuste, accadranno spontaneamente.

È possibile vedere la rottura del legame nelle nostre scuole, sulle strade e nelle nostre famiglie. Il parto tecnologico, col danno neurologico che ne deriva, è la radice di molte delle crisi di oggi.

Vorrebbe farci tornare alle tecniche di parto utilizzate nel passato?

Joseph Chilton Pearce: Il punto non è fare ritorno a qualche epoca primitiva. Le donne dovrebbero godere di ogni possibile tutela, ma la tecnologia ha preso il sopravvento, travisando ogni cosa. I parti cesarei costituiscono il 30% delle nascite in America, con punte del 50% nelle aree più ricche. Nascere, da noi, costa più che in qualsiasi altro paese, ma il tasso di mortalità infantile è più elevato che in altri 20 paesi. Questa situazione è esasperata da una professione legale che si nutre di quella medica, così come del corpo sociale; si tratta di una situazione micidiale che peggiora sempre di più. È vero che le madri e i bambini non restano più in ospedale tanto quanto un tempo, e che l’allattamento al seno è in aumento; ma questi finora non sono altro che segnali.

Dopo il processo della nascita, cos’è che provoca più danno?

Joseph Chilton Pearce: La televisione. Ma il problema non sono i suoi contenuti. La televisione ha preso il posto delle favole, del gioco e di tutte quelle simulazioni attraverso cui il bambino sviluppa l’immaginazione, la capacità di creare immagini interiori. Tutto il pensiero metaforico-simbolico si basa sull’immaginazione, e il nostro mondo adulto di idee, creatività e invenzioni si basa esattamente su tale base metaforico-simbolica. Il programma naturale dello sviluppo, per i primi sette anni, ruota intorno al gioco metaforico-simbolico, ma le immagini e i suoni della televisione riempiono il cervello del bambino con un sostituto artificiale di tutto ciò, bloccando gravemente lo sviluppo neurologico e impedendo un’evoluzione più elevata. D’altra parte, se un bambino gioca, ascolta favole e compie molte simulazioni, sviluppa questa base anche se guarda la televisione.

Secondo lei, un’educazione precoce può fare più male che bene?

Joseph Chilton Pearce: Il primo apprendimento è essenzialmente sensorio-motorio, riguarda la sincronicità dei movimenti corporei e l’attività cerebro-mentale. Se si prende un bambino di quattro o cinque anni, lo si costringe su una sedia senza permettergli di muoversi e poi gli si chiede di comprendere strutture altamente metaforico-simboliche come l’alfabeto e i numeri, per le quali non ha preparazione e non è maturo, si blocca lo sviluppo di quelle stesse basi che saranno necessarie in seguito per questo tipo di istruzione. Inoltre, si crea un bambino molto arrabbiato e frustrato.

Gerald Ebelman, un brillante scienziato del cervello, individua in quest’ultimo aree topologiche, sezioni legate a determinati tipi di attività. Gli specialisti concordano sul fatto che forme di pensiero metaforico più elevato coinvolgono sezioni del cervello che si sviluppano più tardi; esse non possono manifestarsi in mancanza del fondamento adeguato nelle strutture inferiori. È possibile costringere i bambini a sviluppare anzitempo alcune capacità, ma a discapito di tutto ciò che dovrebbe manifestarsi normalmente. Se interferisci con l’evoluzione di base, indebolisci o rendi parziale l’evoluzione più elevata. Quindi, forzare un apprendimento astratto troppo presto compromette il processo di maturazione che, più tardi, formerà i migliori studenti. L’evoluzione ci spinge verso livelli più elevati di pensiero creativo, ma ne freniamo l’espressione pretendendoli troppo presto dai bambini. Anche questo contribuisce alla sessualità prematura.

Perché il cervello viene sviluppato in modo diverso?

Joseph Chilton Pearce: Se metti in funzione precocemente strutture cerebrali programmate per attivarsi verso la pubertà o l’adolescenza, costringi un’intera regione topologica del cervello a funzionare parzialmente, influenzando tutti i comportamenti paralleli inerenti a quell’area. L’apprendimento astratto prematuro non solo ci impedisce di sviluppare le basi che dovranno sostenere tale insegnamento quando sarà il momento (provocando quindi disfunzioni nella capacità di apprendimento), ma comporta un’apparizione molto precoce della sessualità, assai prima che il bambino sia in grado di gestire tali forze. Il menarca, la fase iniziale delle mestruazioni, è ormai diffusissimo all’età di otto anni, la gravidanza all’età di nove anni, mentre gli stupri cominciano prima dei dieci anni. Ciò vuol dire la fine dell’infanzia stessa e l’inizio di gravi disturbi psicologici. La scolarizzazione accademica precoce è certamente una delle cause di ciò.

Quali altri pericoli vede nel mondo?

Joseph Chilton Pearce:Le scuole materne, un fenomeno che non è mai esistito in passato. E non sarebbe apparso se non avessimo spezzato il legame madre-figlio tramite il parto tecnologico. Tra le altre cose, l’asilo perpetua quella stessa ansia da separazione provocata dalla rottura del legame. Abbiamo prodotto molte generazioni di bambini che si sentono respinti, non voluti ed estremamente bisognosi dal punto di vista emotivo; ovvero, abbiamo creato una società per buona misura in guerra con se stessa. Sono stato in molti altri paesi, e posso dirle che abbiamo i bambini più poveri, dal punto di vista emotivo, del pianeta. Spendiamo somme enormi per gli adolescenti problematici, per mettere la gente in prigione e per non riconoscere le cause del problema. Il Giappone sta rapidamente scivolando nel nostro stesso caos: sono state appena inaugurate le prime scuole materne della loro storia, e questo è un risultato dell’importazione delle nostre tecniche di parto.

Inoltre, consideri lo sviluppo degli ormoni sintetizzati durante la seconda guerra mondiale e immediatamente impiegati per l’industria della carne, del pollame e dei prodotti caseari. La produzione è aumentata del due-trecento per cento, e a tutto oggi continua a salire. Ciò è avvenuto nello stesso momento in cui abbiamo eliminato l’allattamento al seno per il 97% dei nostri neonati, sostituendolo con cibi condensati altamente proteici derivati da quelle stesse industrie della carne, del pollame e del latte sature di questi ormoni. Immediatamente, è comparsa una generazione di giganti, trenta centimetri più alti dei loro genitori; abbiamo attribuito questa altezza a una migliore nutrizione, ma in realtà è dovuta agli ormoni sintetici della crescita. Sfortunatamente, questi sono anche ormoni sessuali, simili a quelli prodotti durante l’adolescenza e responsabili di una rapida crescita. Ecco perché, a partire dagli anni ‘50, abbiamo assistito a un incremento enorme di gravidanze sempre più precoci, oltre che di stupri. Questo grave dissesto biologico ha prodotto diatribe etico-morali, ma il problema è l’interferenza nei modelli naturali di crescita.

Sta dicendo, essenzialmente, che la tecnologia è di ostacolo all’evoluzione.

Joseph Chilton Pearce: Per ironia della sorte, ci troviamo a dover affrontare problemi creati dalla tecnologia proprio quando quest’ultima potrebbe liberare lo spirito umano da molte difficoltà patite durante tutta la storia. Nello stesso momento in cui facciamo scoperte sensazionali sul cervello, in grado di mettere in discussione tutto ciò che pensavamo di noi stessi, permettendoci di guardare con occhi nuovi le reali profondità dello spirito umano, avviamo pratiche che danneggiano qualsiasi espressione di tale spirito. Ma con pochi, semplici cambiamenti possiamo impedire questi danni prima che comincino.

Lei ha parlato di certi stadi dello sviluppo adulto che resterebbero solo potenziali perché non li riconosciamo. Può approfondire l’argomento?

Joseph Chilton Pearce: Lo schema dell’evoluzione di Piaget si concludeva con l’adolescenza, ma il nostro cervello-mente è capace di ulteriori stadi di sviluppo. Su questi ultimi, tuttavia, sappiamo molto poco, perché sembra che nessuno di essi abbia luogo. Io credo che gli intensi desideri che ci invadono durante l’adolescenza abbiano a che vedere con il suo mancato sviluppo.

Nel corso dei secoli, è stata riconosciuta l’esistenza di un viaggio interiore. Sia Carl Jung che Rudolph Steiner hanno riconosciuto fasi adulte dello sviluppo in cui la nostra autentica creatività e il nostro spirito possono mettere le ali e volare. Una volta finita l’adolescenza, dovremmo possedere le basi fisiche per accedere a questi stadi spirituali. Alcuni scienziati avveduti riconoscono che il nostro cervello-mente è concepito per manifestarsi e svilupparsi durante tutta la vita. Nuove porte si stanno aprendo nella conoscenza di noi stessi.

I primi quindici anni dovrebbero darci gli appigli esterni necessari per questa esplorazione interiore. Una volta in contatto con questo potenziale più elevato, osserviamo che la disperazione, l’ansia, la paura e la rabbia cominciano a scomparire; scopriamo un nuovo regno al di là del nostro corpo mortale. Ma nego l’idea che nel futuro ci sia qualche obiettivo per cui la nostra specie deve lottare. Tale idea allontana e rinvia ciò che va fatto adesso, cioè sviluppare quello che già abbiamo e che siamo. Se non ci sviluppiamo, proviamo un senso di inappagamento e di insufficienza, un tema che affronto nel mio libro Evolution’s End. Dobbiamo riconoscere che questo viaggio interiore è importante quanto quello esteriore. Il mio libro mostra come siano complementari: l’uno sostiene l’altro, o cerca di farlo.

La contemplazione e la meditazione ci aprono a queste operazioni più elevate, che sono parte intrinseca di noi. La meditazione fa parte del ritmo naturale della mente del bambino (se lo sviluppo di quest’ultimo è corretto). Ma se cerchi di insegnare la meditazione a un bambino (come se fosse possibile) probabilmente uccideresti la meditazione stessa. Piuttosto che “insegnare” al bambino, dobbiamo assicurargli un ambiente appropriato, nutriente. A quel punto la mente si manifesta totalmente, secondo la sua natura. L’evoluzione ci ha dato tutto ciò di cui abbiamo bisogno per lo sviluppo, ma dobbiamo fare la nostra parte.

Se continuiamo come stiamo facendo, potremo ritrovarci fuori dai giochi. Una volta che il nostro modello genetico comincia a crollare, il nostro sistema auto-organizzantesi si adatta a questo crollo. Leslie White, l’antropologo delle culture, sosteneva che nella storia sono apparse e scomparse molte culture, e che la loro morte è stata sempre dovuta a se stesse. Ci troviamo a un punto in cui possiamo sperimentare la nostra vera totalità e grandezza, oppure affrontare una crisi gravissima. Se non affrontiamo gli attuali errori, cambiando il nostro comportamento e dando vita a una nuova umanità, questo esperimento evolutivo potrebbe finire.

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