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Veleni nel sangue dei Vip
Date: Giovedì, febbraio 03 @ 00:33:26
Topic Ecologia


Nelle vene italiane scorre sangue inquinato.


E i maschi sono più a rischio delle femmine. Testimoni, politici, vip e giornalisti che si sono sottoposti a un prelievo, aderendo alla campagna internazionale «DeTox», nel nostro Paese «Svelenati», per centrare l’attenzione sui veleni che ammorbano l’aria e intossicano il cibo e gli oggetti di uso quotidiano. Gli esperti del Wwf hanno isolato 65 sostanze pericolose.
I dati sono stati presentati all'Istituto Superiore di Sanità.

I 65 contaminanti «di comprovata tossicità» individuati rappresentano il 59 per cento delle 111 sostanze ricercate. In media, secondo il Wwf, ogni volontario ne aveva 47, il soggetto più inquinato, 59. Tra i politici che hanno accettato di fare da cavia, il sottosegretario alla Salute Antonio Guidi e l’ex ministro dell’Ambiente, Willer Bordon, Vittorio Sgarbi e l’ex ministro dei Beni culturali, Giovanna Melandri. Tra gli attori, Massimo Wertmuller, Serena Rossi e Michelangelo Tommaso.
L’analisi del sangue ha evidenziato metalli pesanti, 94,4 per cento di Pcb (policlorobifenili, classificati come probabili cancerogeni per l'uomo), 91,6 per cento di pesticidi clorurati, 72,2 per cento di idrocarburi policiclici aromatici, diossine (66,6%) e Ddt, da tempo vietato nel nostro Paese.

«Anche se il campione è limitato, e le concentrazioni sono modeste e non indicano un danno immediato per l'organismo, tutti questi contaminanti vengono considerati potenziali distruttori endocrini, tossici per la tiroide e per il sistema immunitario», spiega Silvano Focardi, preside della Facoltà di Scienze fisiche, matematiche e naturali dell'Università di Siena.

Quali possono essere, a lungo andare, le conseguenze di questa esposizione? Cambiamenti del sistema immunitario, immunodeficienza generale, maggiore predisposizione ai tumori. «Una delle strade per comprendere queste malattie - sottolinea Focardi - è l'inquinamento ambientale. Lo stesso discorso vale per i disturbi del sistema riproduttivo che sono in netto aumento nel mondo Occidentale». A maggior rischio sarebbero i neonati; ricevono dalla madre gran parte del carico inquinante dal cordone ombelicale e dal latte materno.
E c’è differenza tra i sessi. Gli scienziati sono concordi nell’affermare che l'uomo è più inquinato della donna. «Forse perché - ipotizzano - la donna si “depura” con la maternità o con il ciclo mestruale».

Donatella Caserta, docente di Fisiopatologia della riproduzione umana all'Università de L'Aquila, sostiene che ci sono importanti evidenze degli effetti di queste sostanze sull'apparato riproduttivo, sia femminile sia maschile: «Questi agenti riescono a passare la barriera della placenta e arrivano all'embrione e al feto. E modificano lo sviluppo del suo apparato riproduttivo. Per esempio, l'endometriosi, malattia legata alla sterilità femminile e in continuo aumento in Occidente, è collegata all'esposizione di alcune sostanze tossiche che incidono anche sulla bassa fertilità maschile e nell'eziologia del cancro del testicolo».
Pericolosi, soprattutto, gli ftalati, che servono per rendere elastica e soffice la plastica e che fino a quando la Ue non li ha vietati erano anche nei ciucci e nelle tettarelle dei biberon. Sono fuorilegge. Ma è bene cercare sempre sulle etichette il bollino di conformità alla normativa Ue.

Le sostanze tossiche si legano con le molecole di lipidi. Attraverso il sangue, vengono trasportate e si depositano nel grasso. Ovvero, negli organi dove ci sono concentrazioni di lipidi, come fegato e cuore.

la stampa 1febb 2004

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