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Ansia e depressione – terza e ultima parte
Date: Giovedì, luglio 15 @ 00:17:42
Topic Psicologia


- Come il respiro può agire su questi stati psicologici -


L’andare oltre alla paura ed alla tristezza consente la più grande guarigione spirituale - e quindi a cascata anche mentale, emozionale e fisica: lo sblocco della capacità di amare. Ma cos’è l’amore?
Mi affascina personalmente la visione di Krishnamurti: si può comprendere solo ciò che non è amore, nelle parole, nei pensieri, nelle azioni, perché fa parte della nostra esperienza di vita quotidiana. Quello che resta, che non si può descrivere, che è sconosciuto e sempre diverso, quello è amore.
Esso non ha molto posto nella medicina tradizionale, che trascura le cause nascoste dietro i problemi fisici . Esso è anche quel filo di lana che può guidarci aldilà del labirinto dell’esistenza.

Se l’uomo viene messo nella condizione di aspirare (termine non a caso così vicino alle attività polmonari) non solo alla semplice guarigione, ma ad un progetto ancora più immenso e promettente, come per esempio la realizzazione della propria natura interiore, allora le energie si muovono . Se una visione della Vita – a livello di anima - aveva fatto ammalare – , ora una nuova visione - ispirata o inspirata?-, può portare alla vera crescita, ben oltre l’annullamento dei sintomi e corpo (C), emozioni (E) e mente (M), una volta rafforzatisi, come la base di una piramide possono offrire sostegno e riferimento all’anima (A) che, come un falco sul vertice può fare un balzo nel vuoto da un punto sicuro e visibile del terreno.

Questo volo e la sua libertà è più che una metafora: è la sensazione che prova chi pratica la respirazione, assieme all’amore per sé e per gli altri, per l’ambiente circostante, per quello che si vede e per quello lontano dagli occhi della quotidianità: sottili connessioni con il mondo e la vita circostante in tutti i suoi aspetti si creano e portano al desiderio di creare, scoprire, proteggere e prendersi cura.
Una sensibilità sottile si fa strada, come un filo d’erba che cresce attraverso il cemento, attraverso la percezione estremamente grossolana di ogni giorno, e si rivolge non più solo al corpo, alla materia, ma anche alle emozioni, e agli ancora più sfuggenti pensieri, ed all’eterea anima.

Spontaneamente si modificano le abitudini del corpo. L’ansioso ed il depresso smettono di mangiare irregolarmente e male, orientandosi verso cibi più naturali. Cambiano le emozioni e con esse l’espressione dei sentimenti si fa più delicata e profonda; i pensieri lentamente si orientano verso la luce; nella sfera spirituale il Dio che punisce e giudica diventa un Dio che ama incondizionatamente, i rituali esteriori lasciano il posto ad un sentimento di amore verso il divino che prima di tutto viene avvertito dentro di sé: può così essere ampliato il confine ideale che separa la propria famiglia dagli altri.
Ed allora il miracoloso è che tutto questo avviene non attraverso la costrizione, l’obbligo, il perseguimento di un ideale, lo sforzo, il senso di colpa, il desiderio di espiazione, il desiderio di essere “migliori”, ma semplicemente, secondo quello che la parola educare – etimologicamente significa “trarre fuori” e non “inculcare” – indicava originariamente (prima che pesanti libri e ideologie del sacrificio e pesanti pillole per la memoria, l’attenzione, il rendimento, entrassero nel nostro sistema educativo).

La sensibilità si accresce respirando, ed è il balsamo che porta alla guarigione. Possiamo anche immaginare la malattia ed il disagio come zone d’ombra in cui la sensibilità è stata bloccata: lì non c’è il permesso di sentire, percepire, conoscere, perché sarebbe un colpo troppo duro all’ idea nostra ed altrui di noi, ai nostri ideali, a ciò che vorremmo o dovremmo somigliare. Allora la strada che separa l’ansioso ed il depresso dalla persona “sana” è solo una misura diversa di sensibilità, che forse è solo maggiore, o semplicemente uguale, ma diversamente distribuita – così che altre difficoltà faranno soffrire il “sano”, solo che avranno etichette diverse rispetto ad “ansia” e “depressione”.
Finalmente ansioso e depresso, coloro che soffrono per qualche disagio psicologico, come pure chi vive già senza grosse difficoltà, possono guardare avanti, e comprendere che non ci sono limiti allo sviluppo del proprio potenziale.
Tutto questo è possibile, il cambiamento è possibile e lo strumento per realizzare ciò è molto semplice, alla portata di tutti: è il respiro.
Pochi incontri per imparare a respirare, pochi minuti al giorno dedicati, e lentamente avverranno sottili cambiamenti in noi e nella nostra vita, che vibra all’unisono con la nostra interiorità, (come ci ricordano Jung e la sua teoria del sincronismo o alcune teorie di W. Reich, per cui viviamo nel reale situazioni che prima di tutto erano dentro di noi).
La chiarezza in noi ben presto attira persone e situazioni di luce fuori di noi.
La nostra fantasia illimitata di potenza come risposta infantile al senso si impotenza umana, non c’entra in questo caso, perché ci si basa su qualcosa di concreto, il respiro, e presuppone paradossalmente, come via necessaria per il raggiungimento degli obiettivi più alti propria vita, l’accettazione dei propri limiti, anche quelli più bassi.
Solo questi sono reali, e una volta fatti cadere la Vita entra.
Non siamo noi ad afferrarla, possiamo fare solo spazio ad essa. Non possiamo nemmeno immaginare tutta la Vita che possiamo prendere, possiamo solo metterci al servizio di essa e lasciare che attraverso di noi si manifesti.
Il respiro ci accompagna in un viaggio di abbandono e di resa: sono stanco? Mi arrendo! Non riesco più a sopportare questa situazione? Mi arrendo! Non so più cosa scegliere? Mi arrendo! Non so essere meglio di ciò che sono? Mi arrendo!
E rimango in ascolto…Non cedo all’autolesionismo, alla commiserazione né al cinismo. Semplicemente osservo. Allora gli ostacoli apparenti si trasformano in qualcos’altro, problemi finti lasciano il posto a problemi sostanziali, e l’energia che viene dall’angoscia, dalla paura, dal dolore si trasforma in amore…ogni volta che mi ascolto, respiro ed osservo, aldilà dell’immaginazione, della mente ed i suoi desideri.
Un percorso semplice, personale, quotidiano ci aspetta. Un percorso che attende la nostra anima, le persone che ci vogliono bene, quelle che conosciamo, quelle che non conosciamo e che forse non vedremo mai, ma che sentono ciò che noi sentiamo nell’intimo, come se una tela di ragno ci unisse gli uni agli altri.
E così ansiosi e depressi, che sono persone anche loro, anche se spesso se ne dimenticano identificandosi troppo al loro disturbo, sbocciano ad una dimensione di vera salute, aldilà delle etichette di “ansioso” e “depresso”, vestiti logori che forse potevano avere qualche utilità un tempo, e che ora possono cadere a terra.

Bibliografia di approfondimento consigliata:
Rudiger Dalke, “Lo straordinario potere terapeutico del respiro”, ed. Nuove Tecniche
Rudiger Dalke, “Malattia e Destino”, ed. Mediterranee
Filippo Falzoni Gallerani, “Il respiro dell’anima”, ed. Armenia
Milena Screm, “Rebirthing”, ed. Armenia
S. Grof, “Psicologia del futuro”, ed RED;
Krishnamurti, “Libertà totale”, ed Astrolabio
Martin Seligman, “Imparare l’ottimismo”, Giunti ed.
Nader Butto, “Il settimo senso”, ed. Mediterranee
I bellissimi libri di Erich Fromm e di Hammer.
Buoni articoli sulla medicina tradizionale a confronto con quella complementare possono essere trovati anche sul catalogo della Macroedizioni, sul bimestrale Nexus, o sul libro “Tutto ciò che sai è falso”, ed. Nuovi Mondi Media

Alessandro D’Orlando, psicologo, formatore, Cell 348 – 2439492, adorlando@libero.it


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