Aspirina e ibuprofene: antidolorifici per la madre, mortali per il nascituro.
Un team di ricercatori guidato dall'epidemiologo De-Kun Li del Kaiser Foundation Research Institute di Oakland, in California, ha recentemente indagato sull'uso di antidolorifici nel periodo del concepimento e immediatamente in seguito.
L’obiettivo della ricerca è stato quello di verificare il collegamento fra una classe di antidolorifici, i farmaci anti-infiammatori non steroidali (NSAID) e le gravidanze non giunte al termine.
I NSAID, che includono antidolorifici di uso comune come aspirina e ibuprofene, riducono il dolore purgando le prostaglandine, necessarie alle uova fertilizzate per stabilirsi nell'utero.
Per questa ragione, le donne che avevano assunto regolarmente aspirina o ibuprofene per più di una settimana presentavano un rischio di aborto superiore dell'80 per cento rispetto al solito.
Inoltre il rischio aumentava in modo significativo se le donne avevano assunto i farmaci entro una settimana dal concepimento: il numero di donne che avevano assunto i due NSAID e che avevano avuto un aborto è risultato cinque volte superiore a quello delle donne che non avevano preso niente o soltanto acetaminofene. (LeScienze-ago 2003)
NdR: L'aspirina agisce su di una classe di ormoni, le prostaglandine, che hanno effetti a tutti i livelli del metabolismo. Alterare la funzionalità di questi ormoni non è consigliabile, soprattutto in un periodo così delicato come la gravidanza.