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Ecologia Aria pericolosa

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Polveri sottili: molto peggio del previsto -
2013

di Francesca Sironi

L'Organizzazione mondiale della sanità lancia l'allarme: l'80 per cento dei cittadini d'Europa respira quotidianamente polveri sottili oltre i limiti previsti dalla legge. Non solo. Ma quei limiti sono troppo bassi per tutelare la salute(12 febbraio 2013)Particolato fine, ovvero minuscole particelle da 2,5 micrometri di diametro che si aggirano nell'aria, cariche di polveri, composti metallici, sali, piombo, carbonio. Per l'Organizzazione mondiale della sanità la sovraesposizione a questi gas accorcia la nostra vita di almeno nove mesi. Oltre a causare malattie e aumentare il numero di morti. In un rapporto pubblicato pochi giorni fa l'Oms lancia quindi l'allarme: l'80 per cento dei cittadini europei respira queste particelle in quantità di gran lunga superiori a quelle stabilite come limite per legge. Non solo. Quei limiti, scrivono gli scienziati che hanno lavorato alla relazione, scelti fra i migliori d'Europa, sono troppo laschi, non bastano a tutelare davvero la salute. E sì che in Italia quei livelli non sono ancora stati raggiunti.

«Il fatto che il particolato fine abbia conseguenze dannose per la salute è stato confermato e rafforzato da recenti studi», scrivono i tecnici dell'Oms: «Ricerche epidemiologiche condotte negli Stati Uniti hanno dimostrato infatti una stretta relazione fra l'esposizione al Pm2,5 e un aumento di mortalità e di ricoveri ospedalieri per problemi cardiorespiratori». Un evidenza, scrive l'Oms, che non può più essere messa in discussione. L'esposizione a quantità eccessive di particolato fine infatti farebbe male non solo a lungo termine, ma anche a stretto giro. Per questo è fondamentale monitorare anche i picchi giornalieri delle emissioni, e non fermarsi soltanto a calcolare la media annuale.

Questa certezza è già un monito, per l'Italia, visto che nonostante la legge che impone di tenere sotto controllo il Pm2,5 risalga ormai a tre anni fa, le centraline che lo rilevano sono ancora poche, pochissime. Gli ultimi dati disponibili, raccolti da Legambiente per il Rapporto Mal'Aria 2013 , mostrano la situazione del particolato fine solamente in una quarantina di città, e non per i picchi giornalieri. Alcune regioni, come la Campania, l'Abruzzo, le Marche, il Friuli Venezia Giulia o la Sicilia non hanno ancora nemmeno iniziato a fare i conti con un inquinante che è ritenuto molto più nocivo del celebre Pm10, perché più piccole sono le particelle, più a fondo riescono a penetrare nell'apparato respiratorio o addirittura in quello circolatorio e cardiovascolare.

Ma la stangata al Bel Paese arriva soprattutto da un altro passaggio. «Gravi danni alla salute e aumento della mortalità», dicono gli scienziati dell'Organizzazione mondiale della sanità: «Si rilevano già a livelli di gran lunga inferiori rispetto a quelli indicati nelle linee guida internazionali in vigore, ovvero 10µg/m3».

Una pessima notizia, per noi. In Europa infatti il tetto imposto alle emissioni è di 25µg al metro cubo. Più di due volte tanto. E in Italia questo limite è quotidianamente superato da più di una città su due, fra le poche che prestano attenzione al problema. La peggiore è Torino, dove la media annua è di 35 µg/m3, seguita da Padova e Milano, con 33 microgrammi al metro cubo. In Lombardia però ci sono città che soffrono più della capitale: in provincia di Bergamo, ad esempio, la media sfiora i 40µg/m3, quattro volte la quantità raccomandata dall'Oms. Anche nel Lazio la provincia batte Roma: i luoghi più inquinati infatti si trovano a Rieti e Frosinone.

«Solo pochi anni fa, in assenza di prove evidenti di queste correlazioni tra smog e salute, furono stabilite soglie limite troppo basse per gli inquinanti atmosferici», commenta Zsuzsanna Jakab, direttrice per l'area Europea dell'Oms: «Insufficienti a proteggere la salute umana. Ma dopo anni di studi e ricerche, l'Oms è ora in grado di fornire dei dati oggettivi sul legame tra il particolato e il danno sanitario». Le conseguenze dovrebbero essere concrete: in questi mesi la Ue sta lavorando per rivedere le linee guida per l'ambiente. «L'evidenza scientifica dovrà portare a politiche più severe, che siano realmente efficaci per la salute dei cittadini», conclude Jakab.

Insomma, secondo l'Oms i governi europei dovrebbero iniziare a preoccuparsi seriamente di qualità dell'aria. Non basta infatti abbassare i limiti (negli Usa il tetto per il particolato fine è fissato a 12µg/m3, la metà rispetto ai nostri standard). Bisogna farli rispettare, riducendo lo smog urbano, dovuto soprattutto alle auto, ma anche intervenendo in altri campi. E il rapporto cita espressamente la combustione di rifiuti.

Occhio, insomma, a sostenere gli inceneritori: gli studi epidemiologici sono ancora in corso, ma iniziano ad esserci dati rilevanti sulla nocività delle micro particelle che emettono.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-vero-nemico-e-nellaria/2200134


 
 
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