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Ecologia Salute a rischio per i pendolari

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Chi deve guidare l'auto a lungo per arrivare al lavoro soffre più spesso di ipertensione, sovrappeso e problemi cardiaci
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2012

MILANO - Un'ora o più imbottigliati nel traffico, ogni giorno. Succede ai pendolari, oggi sempre più numerosi visto che molti "fuggono" dalle città un po' perché viverci costa, un po' perché fuori dalle metropoli si spera che la qualità di vita sia migliore. Il guaio è che quel tragitto imprigionati nell'auto per arrivare al lavoro fa male alla salute: lo ha dimostrato una ricerca pubblicata dall'American Journal of Preventive Medicine, secondo cui chi guida ogni giorno per più di 15 chilometri si ritrova più spesso con la pressione alta, la capacità cardiorespiratoria ridotta, qualche chilo di troppo e diversi indicatori del rischio cardiovascolare sballati.
INDAGINE – I ricercatori hanno studiato circa 4.300 residenti di undici contee attorno a Dallas e Austin, in Texas, entrambe fra le dieci città più congestionate dal traffico degli Stati Uniti; per ciascun partecipante hanno valutato il percorso quotidiano per andare al lavoro, l'esercizio fisico praticato di solito e soprattutto indice di massa corporea, capacità cardiorespiratoria e fattori di rischio cardiometabolico come la circonferenza vita, i trigliceridi, il colesterolo, la glicemia, la pressione. I dati raccolti indicano chiaramente che al crescere della distanza dall'ufficio aumenta il rischio cardiovascolare perché ci si ritrova più grassi, con glicemia e lipidi nel sangue sballati, la pressione alta e una pericolosa tendenza a essere maggiormente sedentari: chi deve guidare per una trentina di chilometri più raramente pratica un'attività fisica regolare ed è facilmente obeso, ma basta già dover percorrere ogni giorno una quindicina di chilometri per recarsi al lavoro per veder salire la pressione oltre il livello di guardia.

SEDENTARIETÀ E STRESS – «Chi guida a lungo per andare in ufficio "perde" tempo che potrebbe dedicare all'esercizio: infatti i partecipanti che riuscivano comunque a fare un po' più di movimento hanno registrato indici di adiposità inferiori – spiega Christine Hoehner, coordinatrice della ricerca e docente di sanità pubblica all'università di St. Louis in Missouri –. Un tragitto lungo in auto ogni giorno inoltre riduce la spesa energetica quotidiana, e anche questo può contribuire all'effetto negativo del pendolarismo in auto. Una forte correlazione l'abbiamo verificata per l'ipertensione, oltre che per il peso corporeo e la capacità cardiovascolare: può essere che lo stress provato restando a lungo nel traffico congestionato contribuisca ad aumentare la pressione. Se a tutto questo si aggiungono le ore passate a guardare la tv o seduti al computer si comprende come molti elementi della vita odierna concorrano ad aumentare il nostro rischio cardiovascolare». Questi dati peraltro confermano allarmi precedenti sulla salute dei pendolari, che in Italia sono stimati attorno ai 13 milioni: una ricerca inglese qualche tempo fa aveva dimostrato che i pendolari dei dintorni di Londra vivono in media un paio d'anni in meno rispetto a chi impiega al massimo una ventina di minuti per arrivare in ufficio. Il motivo starebbe non solo nella sedentarietà forzata ma anche nel forte stress patito da chi si ritrova in balia di coincidenze e traffico impazzito ogni santo giorno o quasi: la sensazione di impotenza e frustrazione porta a sviluppare ansia e stress cronici, i cui primi campanelli d'allarme sono spesso disturbi del sonno o dell'appetito. Difficile difendersi, a meno di non poter lavorare almeno in parte da casa o contrattare orari di ufficio che consentano di evitare l'ora di punta: gli esperti consigliano di mettere in auto almeno un buon cd per distrarsi e di trovare il modo di muoversi, magari semplicemente per una piacevole passeggiata, appena possibile.

Elena Meli
http://www.corriere.it/salute/cardiologia/12_giugno_20/salute-rischio-pendolari_5160a4aa-b3c7-11e1-a52e-4174479f1ca9.shtml


 
 
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