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Ecologia CO2 record: in 20 anni è cresciuta del 49%

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Sono i nuovi dati presentati su Nature Climate Change, in discussione a Durban. Ma l'anidride carbonica conta per il 64% dell’effetto serra. E l’altro 36%? Ecco gli altri principali gas responsabili del riscaldamento globale
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Dicembre 2012

Una crescita del 5,9% nel 2010 e del 49% negli ultimi 20 anni, un record storico nelle emissioni di anidride carbonica, che minaccia di innalzare la temperatura media mondiale oltre la soglia dei 2 gradi centigradi. Lo dice un rapporto del Global Carbon Project pubblicato su Nature Climate Change. L'impatto della crisi economica - che aveva abbassato le emissioni del 1,4% nel 2009 - ha avuto vita breve. E la concentrazione di CO 2 nell’atmosfera è arrivata a toccare le 390 parti per milione (ppm), dalle 280 che si misurava solo nel 1850. È un dato che chi in questi giorni si trova a Durban, alla 17esima conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, conosce bene. La tanto vituperata anidride carbonica è infatti ritenuta la principale responsabile dell’ effetto serra di origine antropica a cui stiamo assistendo (contribuirebbe per il 64% secondo le ultime stime) e, quindi, dell’aumento della temperatura globale di un grado centigrado.

Ci sono, però, altri gas e inquinanti sul banco degli imputati, che sono responsabili del restante 36% dell’effetto serra: una percentuale affatto trascurabile e su cui, forse, potrebbe essere più semplice intervenire, come riporta Scientific American. L’aumento della loro concentrazione nell’atmosfera, infatti, è innegabilmente legato alle azioni umane: il Programma ambientale delle Nazioni Unite ha stimato che tagliando le emissioni di metano e del black carbon (la fuliggine) si potrebbe evitare l’aumento di temperatura di 0,7 gradi centigradi da qui al 2040. Ecco i principali gas serra su cui si potrebbe agire.

Metano (CH 4)
È il più comune dopo l’anidride carbonica. È presente in 1,8 parti per milione nell’atmosfera. Secondo la World Meteorological Organization, la sua concentrazione è aumentata del 158% dal 1750. Le risaie, gli allevamenti, i concimi e la produzione di carbone e petrolio sono le principali fonti di natura antropica. Le paludi, invece, sono le principali fonti di origine naturale. La molecola rimane in circolazione per appena un decennio, ma in questo periodo intrappola calore 25 volte di più di quanto non faccia una molecola di CO 2 in un secolo. Esistono poi delle riserve di metano che alcuni climatologi ritengono delle vere e proprie bombe ad orologeria: il permafrost delle regioni circumpolari è una di queste, gli iceberg e il loro caltrato (metano ghiacciato) sono un’altra.

Ossido di diazoto (N 2O)
Il famoso gas esilarante è aumentato del 20% dal 1750 e nel 2010 ha raggiunto una concentrazione nell’atmosfera di 323 parti per miliardo. La molecola persiste per circa 1.200 anni ed è un gas serra 300 volte più potente della CO 2.
Letame e fertilizzanti ne sono le principali fonti, motivo per cui è molto probabile che il suo livello crescerà in maniera direttamente proporzionale alla popolazione mondiale.

Gas refrigeranti
Gli idroclorofluorocarburi (HCFC), e gli idrofluorocarburi (HFC) hanno sostituito le molecole che negli anni precedenti hanno causato il buco dell’ozono. Ma si tratta, in ogni caso, di potenti gas serra: nell’arco di un secolo sono in grado di immagazzinare 100 volte il calore di una molecola di CO 2. Ciononostante, la domanda per questi gas è in crescita a un ritmo del 10% l’anno.

Esafluoruro di zolfo (SF 6)
È un isolante usato negli interruttori magnetotermici, dispositivi elettronici che interrompono un circuito elettrico in caso di problemi (in sostituzione del caro vecchio fusibile). Però è anche il più potente gas serra che si conosca: intrappola calore con un efficienza 23mila volte superiore a quella della CO 2. Dal 1990 la sua concentrazione nell’atmosfera è raddoppiata, soprattutto in seguito alla diffusione delle grid. Il gas rimane nell’atmosfera per millenni.

Fuliggine (black carbon)
Non è un gas, ma un aerosol, d’accordo. Però contribuisce all’effetto serra, e in due modi diversi: sia quando rimane in sospensione nell’atmosfera (per poche settimane), sia quando rimane intrappolato nel ghiaccio e nella neve, dove ne velocizza il processo di scioglimento. Deriva da una combustione poco efficiente.

http://daily.wired.it/news/ambiente/2011/12/05/complici-co2-inquinamento-mutamento-climatico-14223.html


 
 
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