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Ecologia Arriva la neve «chimica». La colpa è dello smog

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Fiocchi in Val Padana, combinazione tra forte inquinamento e vento dalla Russia. Il Cnr: fenomeno raro
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Gennaio 2012

MILANO - I venti gelidi scesi dalla Russia non si sono limitati ad abbassare la temperatura in modo improvviso e a livelli inusitati. Purtroppo, incontrando il ricco inquinamento dell'aria nella Val Padana, si sono combinati con un effetto vistoso generando una «neve chimica». Gli strani fiocchi sono caduti lungo un arco geografico che ha abbracciato l'area milanese, la zona bresciana e pure gli orizzonti del Veronese.
«Il fenomeno è abbastanza raro ma, come si vede, possibile - spiega Vincenzo Levizzani dell'Isaac, l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr -. A provocarlo sono delle sostanze prodotte dall'inquinamento industriale come il solfuro di rame, l'ossido di rame, gli ioduri di mercurio, di piombo o di cadmio e i silicati. Queste particelle hanno una struttura simile a quella dei cristalli di ghiaccio esagonali e quindi funzionano bene da inneschi dei fiocchi di neve».
Bassa temperatura e abbondante umidità sono i requisiti di base perché ciò accada. Tutto inizia ad un'altezza di circa un chilometro dove la temperatura è intorno ai 15 gradi sotto zero. Essendo poi bassa anche al suolo, i cristalli si mantengono integri. Se invece fosse sopra lo zero si scioglierebbero.

«Per fortuna - sottolinea Levizzani - questo tipo di nevicate in genere non possono durare a lungo per la semplice ragione che esaurite le particelle inquinanti cessa anche la nevicata. Tuttavia è l'inequivocabile segnale di una situazione ambientale grave con livelli che richiederebbero degli interventi decisivi per porvi rimedio». Celebri sono ormai le immagini raccolte dai satelliti dell'Agenzia spaziale europea Esa che mostrano il catino dei veleni della Val Padana, uno dei più significativi a livello planetario.

La situazione climatica certo non aiuta e le temperature registrate sono decisamente basse: dai meno nove gradi a Malpensa, ai meno otto a Torino, meno sette a Bolzano e meno sei gradi a Firenze e Arezzo. Ma le previsioni per i prossimi giorni non offrono miglioramenti. Anzi. Un nuovo vortice freddo scenderà dalle regioni del Nord Europa portando ulteriori e raggelanti brividi.

«Dopo una pausa giovedì - nota Vincenzo Levizzani - ci sarà una ripresa del freddo con dei picchi sulle Alpi e lungo le vallate degli Appennini che sfioreranno anche i meno 10 e meno 15 gradi centigradi. Il fine settimana, dunque, sarà di nuovo sotto il segno di un freddo inverno».

Inoltre, in Val Padana dove la nebbia sembra destinata a rimanere, pure durante il giorno si dovrà affrontare il gelo. I valori che si registrano sono giudicati fuori norma; cioè quattro gradi meno delle medie stagionali. Di notte a Potenza si arriverà a meno sei gradi, e meno quattro a Cosenza. Grazie alla prossima ondata gelida dal Nord si potranno verificare delle nevicate nelle regioni settentrionali: questa volta, però, i cristalli nevosi saranno veri, non chimici.

gcaprara@corriere.it

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/12_gennaio_17/neve-chimica-smog-caprara_e4d06b6c-40d6-11e1-b71c-2a80ccba9858.shtml?google_editors_picks=true


 
 
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