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Ecologia Pesticidi in frutta e verdura causa dell’iperattività nei bambini

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Altro che curarli col Ritalin... La frutta e la verdura fanno bene, lo dicono tutti ed è risaputo. Quello che non tutti forse sanno è che l’uso intensivo di pesticidi atti a garantire maggiore produzione e, di conseguenza, maggiori guadagni si riflette sulla qualità di ciò che portiamo in tavola convinti che faccia bene. In particolare, quando questi alimenti sono dati da mangiare ai bambini che, notoriamente, sono più sensibili alle sostanze che immettono nel loro organismo.
Un nuovo studio combinato ad opera di ricercatori statunitensi e canadesi ha analizzato i dati relativi a 1.139 bambini di età compresa tra gli 8 e i 15 anni per valutare la presenza e i livelli nell’organismo di organofosfati - gli esteri dell’acido fosforico – che sono presenti nella maggior parte di erbicidi e insetticidi.
Dai risultati si è evidenziato che i bambini con i più alti livelli di organofosfati nell’organismo avevano circa il doppio di probabilità di sviluppare la cosiddetta ADHD, ossia la sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
Un quadro decisamente desolante questo, che si fa più inquietante se si considera che i casi diagnosticati sono in costante aumento e che la risposta più comune e pericolosa è la somministrazione di psicofarmaci.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista “Pediatrics”. «Il presente studio aggiunge alle prove accumulate il collegamento che elevati livelli di esposizione ai pesticidi hanno effetti avversi sullo sviluppo», hanno commentato i ricercatori.
Tenendo conto che solo in Europa ogni anno vengono sparsi sui campi centinaia di milioni di chili di pesticidi, da qualche parte queste sostanze dovranno pur finire. E poiché non vanno solo a inquinare le acque che poi magari ci ritroviamo a bere, è ovvio che vanno a influire sul cibo che compriamo e poi mangiamo.
Non a caso la National Academy of Sciences ha rilevato che la principale fonte di esposizione ai pesticidi per neonati e bambini passa proprio attraverso la dieta.
Secondo un rapporto del 2008, sempre della National Academy of Sciences, e citato nello studio, livelli rilevabili di pesticidi sono stati trovati in una vasta gamma di ortaggi regolarmente in vendita. In un campione di prodotti testati si è trovato che il 28% dei mirtilli congelati, il 20% del sedano e il 25% delle fragole conteneva tracce di un organofosfato, noto come malathion. Altri tipi di pesticidi sono stati trovati nel 27% dei fagiolini, 17% delle pesche e l’8% dei broccoli.
(lm&sdp)
lastampa.it


 
 
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