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Psicologia Solitudine contagiosa

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Quando le persone diventano sole, diventano meno fiduciose negli altri, in un circolo vizioso che rende sempre più difficile formare nuove amicizie



La solitudine si diffonde fra i gruppi di persone proprio come il raffreddore. A stabilirlo è stato una ricerca condotta da psicologi dell'Università di Chicago, dell'Università della California a San Diego e di quella di Harvard, che firmano un articolo sul "Journal of Personality and Social Psychology".

"Abbiamo rilevato un notevole schema di contagio che porta le persone a venire spostate verso gli angoli della rete sociale quando diventano sole" ha osservato John Cacioppo che ha diretto la ricerca. "Alla periferia le persone hanno meno amici e la loro solitudine li porta poi a perdere via via quelli che erano rimasti."

Prima di restare "tagliati fuori", le persone alla periferia trasmettono sentimenti di solitudine agli amici restati, che tendono a diventare anch'essi soli. "Questi effetti di rinforzo indicano che la nostra macchina sociale può consumarsi ai bordi, proprio come i fili dei bordi di un maglione" continua Cacioppo.

I ricercatori sono partiti dai dati del Framingham Heart Study (FHS) - originariamente progettato per monitorare le patologie cardiache - che, partito nel 1948 con 5209 persone, si è poi espanso sia per quanto riguarda la popolazione seguita (che ora conta 12.000 soggetti, fra i quali figli e nipoti del gruppo originario), sia per quanto riguarda i test a cui sono sottoposte le persone. I test oggi comprendono anche misurazioni relative a depressione e solitudine. Oggetto del presente studio sono state le 5124 persone della seconda generazione del FHS con attenzione al problema della solitudine.

Questo studio longitudinale prevede il contatto dei soggetti coinvolti ogni due anni circa, con questionari e interviste che contemplano anche l'elencazione degli amici e delle persone con sui sono in più stretto contatto.

Costruendo così i grafi che tracciano la storia delle amicizie dei vari soggetti e ricavando informazioni dalle periodiche interviste sulla solitudine, i ricercatori sono stati in grado di stabilire uno schema dell'isolamento che si diffonde, rinforzandosi, a mano a mano che le persone hanno meno amici. In un certo senso, le persone sole "infettano" quelli che sono attorno, che si spostavo anch'essi verso i bordi della rete sociale.

La ricerca ha mostrato anche che quando le persone diventano sole, diventano meno fiduciose negli altri, in un circolo vizioso che rende sempre più difficile formare nuove amicizie.

"La società trarrebbe beneficio affrontando in modo deciso il problema delle persone sole aiutandole a ricostruire la loro rete sociale e a creare una barriera protettiva contro la solitudine. Ricerche precedenti hanno mostrato che solitudine e mancanza di contatti hanno un effetto negativo significativo sulla salute generale e sul benessere delle persone più anziane"; ha commentato direttore della divisione di ricerca comportamentale e sociale del National Institute on Aging, che ha finanziato lo studio. (gg)
www.lescienze.it


 
 
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