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Ecologia Il destino nel nome

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La quantità di mail spazzatura dipende dalla prima lettera dell'indirizzo della casella di posta



Se il vostro indirizzo di posta elettronica inizia per “A”, “M” o “S” più del 40 per cento della posta che riceverete sarà di cosiddetta spazzatura. Per non rimanere sommersi dallo spam, allora, registrate una casella che inizi per “Q” o “Z” così sarete sicuri di accumularne solo per il 20 per cento del totale dei messaggi. È quanto rivela uno studio condotto da Richard Clayton dell'Università di Cambridge dopo aver analizzato più di 500 milioni di email spazzatura.

A determinare questa differenza sarebbe il modo in cui i programmi che generano lo spamming compongono gli indirizzi a cui spediscono il messaggio. Nella maggior parte dei casi l'attacco è definito a “dizionario”: il software, cioè, prende la parte iniziale dell'indirizzo, quella che si trova prima della chiocciola, e ci aggiunge la seconda parte, quella del dominio nella speranza di andare a scovare un nuovo utente. Per esempio: al posto di mario@esempio.com si genera mario@altro.com.

L'abbondanza di nomi propri che iniziano per “M” rispetto a quelli che cominciano per “Q” spiegherebbe l'arcano. Ma, avverte il ricercatore, le cose non sono così semplici come sembrano. Lo studio ha infatti rivelato anche delle anomalie. Per esempio il fatto che le caselle che iniziano con la “U”, relativamente poco comuni, ricevono ben il 50 per cento di spamming. La posta spazzatura ha ancora molti segreti (l.g.)



Commenti
Inserito il 1 Settembre 2008, 20:30 da DavidePrina
Lo spam ricevuto da un indirizzo E-Mail è determinato soltanto dall’uso che se ne fa di tale indirizzo e dagli strumenti informatici che si utilizzano. Una volta entrati nel ciclo dello spam è praticamente impossibile uscirne, se non creando una nuova casella di posta.

Bisogna tenere conto che un indirizzo E-Mail attivo è un elemento vendibile “bene” in internet a chi fa SPAM. Le aziende che fanno SPAM spediscono parecchi milioni di E-Mail e hanno una risposta positiva (es: acquisto prodotti pubblicizzati) su una percentuale molto bassa, ma in numeri assoluti di tutto rispetto. Ad esempio se vengono spediti 10.000.000 di E-Mail di spam in un mese, basta che anche solo lo 0,01% (1.000) delle E-Mail abbia una risposta positiva per ottenere dei lauti guadagni: vendere 1.000 unità di prodotto in un mese con una spesa irrisoria, o meglio quasi nulla, per farsi conoscere dai clienti può generare introiti considerevoli.
Avere assicurazioni che gli indirizzi a cui vengono inviati i messaggi di SPAM sono reali permette di aumentare la percentuale di “positività“.

Per evitare/limitare lo spam occorrerebbe seguire almeno le seguenti regole (in ordine di importanza):

* evitare di rendere pubblico il proprio indirizzo: metterlo in chiaro su siti WEB, diffonderlo iscrivendosi a mailing-list non affidabili, lasciarlo come recapito a chi fa sondaggi, …

* evitare di utilizzare strumenti poco sicuri e con molti bug di sicurezza (meglio utilizzare prodotti come Firefox per la navigazione in internet, ThunderBird per la posta elettronica, GNU/Linux come sistema operativo)

* aggiornare costantemente i prodotti informatici utilizzati (sistema operativo, browser, posta elettronica) con gli aggiornamenti di sicurezza disponibili

* visualizzare i messaggi di posta solo come puro testo (non visualizzare le immagini), questo perché molte volte nella mail è inserita un’immagine di un puntino bianco per riuscire a capire se l’indirizzo di mail è reale ed attivo

* disabilitare java e javascript … se si utilizza Firefox è possibile installare il plug-in NoScript che permette di attivare gli script solo sui siti fidati e disattivarli di default per tutti gli altri

Inoltre è possibile adottare anche altre strategia di “difesa”, tra le quali:

* evitare di utilizzare termini comuni nella composizione del proprio indirizzo E-Mail, ma inserire anche caratteri e/o numeri

* usare caselle di posta differenti per attività differenti: se una casella di posta viene invasa da SPAM è possibile crearne una nuova e sostituire solo quella

* usare prodotti per gestire le E-Mail, come ad esempio ThunderBird, che contengono filtri anti-spam “istruibili”: che permettono di intercettare ed eliminare automaticamente la maggior parte dello SPAM che hanno imparato a riconoscere

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