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Ecologia Il mercato è ecologico

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Per uscire dalla crisi la strada maestra è l'efficienza. Perché a salvare il pianeta ci si guadagna. Parola di un guru ambientalista


di Andrea Gentile
“Non saranno le politiche energetiche nazionali a salvarci dai cambiamenti climatici, a loro si dovrà solo un ruolo secondario”. Questo il pensiero di Amory Lovins, presidente dell’associazione no profit Rocky Mountain Institute e “guru” dell’ambientalismo statunitense. Secondo Lovins, usare con intelligenza l’energia a livello globale potrebbe consentire un risparmio economico pari a circa mille miliardi di dollari ogni anno. Il suo punto di vista è netto: “Sarà il mercato a fare la differenza”. Lovins ha ribadito il suo punto di vista alla conferenza “Efficienza energetica, la strada maestra”, organizzata ieri a Milano dall’associazione Kyoto Club.

Nel 1987, Lovins prevedeva che entro il 2040 gli Usa si sarebbero potuti liberare dalla dipendenza dal petrolio. Ora propone l’adozione di una strategia di efficienza energetica radicale per ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica. Il primo ostacolo da superare, secondo il guru, è il pregiudizio che salvare il pianeta sia necessariamente costoso. “Non lo è affatto”, afferma Lovins, “anzi garantisce una fonte di profitto”.

Il principio su cui si basa è semplice: è più conveniente risparmiare petrolio, che acquistarlo. E, dal 1987 a oggi, la sua esperienza ha confermato questa idea. Grandi aziende come Wal-Mart e Ibm, infatti, si sono rivolte a lui come consulente, risparmiando grazie a una razionalizzazione dei processi e della gestione dell’energia. E non solo, dato che alcune hanno ridotto anche le proprie emissioni di CO2, ammortizzando molto rapidamente i costi sostenuti. Sebbene i risultati aiutino il clima, le motivazioni di base sono economiche: risparmiare energia conviene.

Secondo Lovins, anche se riuscissimo a rendere più efficienti i nostri consumi di energia dell’1 per cento l’anno, nel 2100 le emissioni globali di CO2 sarebbero comunque triplicate. Ma se si dovesse arrivare a un miglioramento del 3-4 per cento annuo, l’anidride carbonica emessa non sarebbe più un problema per il pianeta. Gli stessi Usa, dice Lovins, hanno risparmiato “spontaneamente” più del 2 per cento di energia l’anno sin dal 1997 e circa il 4 per cento dal 2006. “I politici saranno gli ultimi a rendersene conto: mentre discutono senza fine su quali siano i costi teorici”, nota Lovins, “le imprese più furbe guadagnano profitti reali”.

Ci si può chiedere quali siano i metodi per risparmiare energia. Lovins propone, oltre agli avanzamenti della tecnologia nel migliorare il rendimento (pensiamo agli elettrodomestici classe A++, o alle automobili che consumano sempre meno), un ripensamento del concetto di design, un sostanziale cambiamento di prospettiva. Per esempio, nella costruzione di un palazzo, secondo il guru, si dovrebbe pensare a tenere fresche (o calde) le persone, piuttosto che l’edificio stesso. E inoltre: perché costruire diversi pezzi di un’automobile che svolgono diverse funzioni, quando ne possiamo progettare uno solo che le svolga tutte contemporaneamente?

Ma l’Europa in che direzione va? Secondo il rapporto 2008 sulle politiche energetiche europee, recentemente pubblicato dalla International Energy Agency (Iea), l’efficienza è uno dei punti fondamentali, se l’Ue intende tagliare del 20 per cento le emissioni di anidride carbonica entro il 2020. E inoltre consiglia di destinare gli investimenti pensati per il nucleare alla ricerca e lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Anche Lovins non vede bene il nucleare. Costi troppo alti: quindi, semplicemente non conviene. La tendenza delle aziende private, infatti, sarebbe tutta a favore delle energie alternative: nel 2007, gli investimenti dei soli Usa, Spagna e Cina nella produzione basata su solare ed eolico avrebbero superato quelli destinati agli impianti nucleari, ma a livello mondiale.

E l’Italia? Secondo Lovins, anche noi potremmo liberarci dal petrolio entro il 2040. “Ma negli ultimi dieci anni”, afferma Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, “l’Italia sta perdendo il primato di efficienza che la distingueva in Europa”. Le debolezze del nostro paese in termini di efficienza, secondo Silvestrini, riguardano l’edilizia e i trasporti. “Ma gli incentivi governativi iniziano a funzionare e l’Italia sta andando bene sul solare in campo industriale”.

I nostri piani energetici comprendono anche il nucleare (vedi Galileo), anche se alcuni scienziati non sono d’accordo. La stessa Enea, con il suo Rapporto Energia e Ambiente 2007, prende in considerazione un ritorno all’atomo. Ma un punto chiave, secondo l’ente, sono gli investimenti nella ricerca, sempre troppo bassi. “Lasciamo che sia il mercato decidere cosa sia più conveniente”, sottolinea Luigi Paganetto, presidente dell’Enea, “per prima cosa si deve incentivare l’innovazione”. Intanto, come conclude Lovins: “La mossa sta a voi”.
galileonet.it

Resta il fatto che il mercato si muove quando i danni si sono giù verificati, e solo in un'ottica di guadagno personale, e non per il pianeta. Non basta.. (NDR)


 
 
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