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Fisiologia - Le scarpe, queste sconosciute.

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Questi
fondamentali aiuti per le nostre estremità inferiori possono essere un problema
per la salute?

Articolo
di Luciano Rizzo



Il
mercato della scarpa in Italia è uno dei più fiorenti. Abbiamo i
migliori designer ed esportiamo calzature in tutto il mondo. La moda
consumistica c’impone ogni anno nuovi modelli per alimentare il
mercato. Compaiono nuovi materiali e nuove forme, ma i produttori hanno
un’idea dell’impatto del nuovo modello sulla salute di chi compra?



Crediamo
che spesso quest’idea non ci sia.



Il
piede è un organo anatomicamente e fisiologicamente complesso,
essenziale al mantenimento dello stato di salute generale del nostro
organismo. Ma troppo spesso soffre di disfunzioni.


La
situazione attuale, infatti, ci mostra in continua crescita un’attività
come il pedicure. Calli e duroni ci affliggono, ma spesso potrebbero
essere evitati. Il
presidente dell'Associazione Italiana Podologi, dottor Mauro Montesi,
afferma che i calli che si formano sul dorso del piede sono dovuti
all'attrito di calzature troppo strette.


Osserviamo
la forma di un piede senza scarpa (dopo essere stati a piedi nudi una
mezz’ora, per ridare il giusto tono ai tessuti): la parte anteriore è
molto più larga della posteriore, le cinque dita sono quasi parallele e
spaziate tra loro. Fungono, infatti, da sensori per sentire il terreno e
ampliano la superficie d’appoggio, migliorando l’equilibrio, anche
nell’assetto laterale. Tutto ciò si vede anche nei piedi rattrappiti
da anni di scarpe strette. Quindi è opportuno utilizzare scarpe larghe
anteriormente.     Quest’esigenza
è stata recentemente recepita, ma quanti anni ci sono voluti, e quanti
durerà?


Altro
problema è quello dell’isolamento da terra quando si portano scarpe
con suola di gomma. Il nostro corpo movendosi crea elettricità statica,
che normalmente è scaricata a terra. Se siamo isolati da una suola di
gomma però ci carichiamo d’elettricità statica. Quest’ultima é
prodotta generalmente per strofinamento di materiali isolanti, ad
esempio abiti in tessuto sintetico, soprattutto in ambiente secco, e può
raggiungere valori di tensione molto alti, anche decine di migliaia di
volt. E’un fenomeno osservato e descritto fin dall'antichità; i greci
effettuarono esperimenti in tal senso con l'ambra gialla, dal cui nome
greco, elektron, prende il nome la nostra elettricità.



Si
può ipotizzare che la superficie di un materiale sia costituita dalle
orbite esterne degli elettroni che appartengono agli atomi superficiali;
lo sfregamento meccanico di due superfici asporta, o aggiunge, elettroni
a questo strato, alterandone la carica elettrica.

Questo accumulo o carenza avviene sui materiali isolanti dove la
circolazione degli elettroni é fortemente limitata, mentre nei
materiali conduttori il fenomeno non é presente per il rapido
riassestamento degli elettroni. Siccome si tratta d’accumulo di
cariche elettriche superficiali, l'energia é, di solito, piuttosto
bassa e si estingue rapidamente.





Un esempio d’elettricità statica é quella sulle auto, tipica di
giornate secche e ventose, e che si scarica a terra nel momento in cui
scendiamo e tocchiamo il suolo con i piedi, rifilandoci la classica e
odiosa scossetta; oppure il crepitio e le scintille che si provocano
sfilandosi maglioni sintetici; oppure la sensazione di stiramento della
pelle (in realtà dei peli) avvicinando la mano allo schermo del
televisore. Ma cariche statiche si formano ovunque, anche solo perché
ci muoviamo, camminiamo, c'é vento, ecc.. Un esperimento classico per
"vedere" l'elettricità statica é quello di preparare
piccolissimi pezzi di carta o segatura o trucioli e strofinare con forza
la cannuccia di una biro tipo Bic sulla manica del maglione: la
cannuccia, caricata, attirerà le pagliuzze come una calamita; questo é
un effetto dell'elettricitá statica.



Il
problema dell’elettricità statica é un problema reale. I nostri
sensi non ci permettono di rilevare la presenza di elettricità se non
facendola agire (la scossa !). Sto di fatto che essendo noi dei campi
elettromagnetici continuamente variabili, risentiamo di tutti i fenomeni
elettrici con cui veniamo a contatto, specie se prolungati nel tempo. 
Recentemente alcune marche di scarpe con la suola sintetica hanno
inserito parti metalliche che scaricano la tensione a terra. Restano
comunque scarpe in cui si suda più facilmente, nonostante vari
accorgimenti, e vanno usate con parsimonia.



(La
situazione peggiora se indossiamo anche calze sintetiche e vestiti in
fibre artificiali. Abbiamo allora una vera carenza di scambi ionici con
l’aria, che può diminuire la nostra efficienza).



Vanno
evitati i tacchi troppo alti: creano dei seri problemi posturali.
Inoltre spingono il piede in avanti, facendo sbattere le dita contro le
pareti e causando il problema base delle scarpe stette: l’alluce
valgo.  Gli ortopedici sono
concordi che le scarpe strette sono la principale causa di questa
disfunzione, che spesso finisce sotto le mani del chirurgo, aggiungendo
al problema base, (irrisolto), anche le conseguenze della cicatrice e
della fibrosi reattiva, spesso dolorose.



E’
molto importante non portare le stesse scarpe ogni giorno. In tal caso
l’umidità del piede le impregna e, non facendo in tempo ad
asciugarsi, diventano ricettacolo di funghi e batteri che possono dare
fastidiose malattie.



Infine
togliamoci le scarpe appena siamo a casa e se possibile facciamoci fare
un buon massaggio plantare: il piede è centro nervoso con riflessi in
tutto il corpo. Ben lo sa
Jimmy Choo, designer buddista molto amato dalle star, che non ha badato
a spese. Nelle suole delle scarpe ha inserito quei cristalli e quei
quarzi che secondo alcune antiche religioni orientali hanno poteri
speciali. Perché, come ha già dimostrato la riflessologia, la salute
dei piedi si ripercuote su tutto il nostro organismo.

 


(Anche

su
http://www.kwsalute.kataweb.it/Notizia
3 marzo 2001)

 
 
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