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Alimentazione Intolleranze alimentari 3.

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Le intolleranze alimentari sono un aspetto
normale della nostra alimentazione o siamo noi che le abbiamo create?

DI Luciano Rizzo

Recentemente sono
diventate di grande attualità le intolleranze alimentari (i cui
meccanismi sono spiegati in altri articoli). Come mai questa crescita
improvvisa di persone intolleranti? Credo ci siano alcune semplici
spiegazioni.

A mio parere vasti strati
della popolazione stanno seguendo un alimentazione estremamente povera.
Fin da piccoli vengono costretti ad un alimentazione a base di latte e
grano. Nella tipica spesa giornaliera di una famiglia non mancano mai
pane e latte. E questi stessi alimenti vengono dati ai neonati appena
svezzati 4 - 5 volte al giorno nei biberon, sotto forma di latte e
biscotti sbriciolati. Mangereste voi uova e polenta almeno tre volte al
giorno tutto l'anno a partire dalla vostra nascita? Penso che la sola
idea faccia venire a chi legge il voltastomaco. Eppure stiamo parlando
di un cereale simile al grano e di un alimento molto più completo del
latte.

Circa un terzo della
nostra dieta si basa su due soli alimenti. Essi ci vengono proposti
sotto forme diverse: pasta, pizza, grissini, pane, dolci, oppure latte
yogurt, mozzarella, ecc.Si tratta sempre e solo di due uniche frequenze
con cui viene a contatto il sistema immunitario presente nell'intestino
(che rappresenta l'80% di tutte le nostre difese). Chiunque si occupi di
intolleranze alimentari sa che per desensibilizzare un soggetto la
miglior cosa è eliminare il cibo incriminato per un lungo periodo. Si
può successivamente tentare una reintroduzione (se non si tratta di
intolleranza grave), con l'accortezza di mangiarlo non più di una volta
ogni 4 - 7 giorni. E' questo il tempo medio necessario perchè i
linfociti "dimentichino" la presenza di una sostanza nell'organismo.
Da questo meccanismo si evince la regola che più frequentemente un cibo
viene introdotto e più facilmente ci si può ipersensibilizzare ad
esso.

Il terzo alimento che
più frequentemente causa intolleranze è lo zucchero. E' presente
praticamente ovunque, dalla Coca Cola a tutte le bibite gasate, dagli
omogeneizzati alle fette biscottate. Oltre al meccanismo sensibilizzante
già illustrato lo zucchero nutre tutti i tipi di funghi e batteri
tossici che normalmente vivono in piccole nicchie nel nostro intestino.
Questi cominciano a replicarsi a dismisura, irritando le pareti
dell'apparato digerente e ipersensibilizzando il sistema di difesa
contro lo zucchero e i lieviti. E infatti questi ultimi sono al quarto
posto tra le intolleranze alimentari.

 

Notiamo come tutti i cibi
nominati vergano sempre proposti in forma altamente raffinata e non
esistente in natura. Ad essi vengono spesso aggiunti coloranti, antibiotici o
conservanti.  Non dimentico mai il caso di un mio paziente. Egli è
altamente intollerante ai latticini, che, nel periodo primaverile, sono
il principale fattore favorente l'allergia ai pollini. Perciò in quel
periodo egli si astiene dal latte e derivati in maniera assoluta, per
evitare una fastidiosissima rinite. L'anno scorso però, gli è capitato
di andare in una malga di montagna. Il contadino del posto gli ha fatto
assaggiare del latte appena munto, tratto da mucche che mangiano solo
erba del posto, e non vengono allevate con antibiotici. essendo ospite
non ha rifiutato. Quando si è accorto che non aveva nessun effetto
secondario si è molto meravigliato. Dopodichè si è fatto una
scorpacciata di formaggi per tutta la settimana, ben sapendo che un
occasione simile difficilmente era ripetibile! Ovviamente quelle mucche erano nutrite solo con cibi naturali...

Sono perciò gli
alimenti in se stessi a crearci problemi, o siamo noi che non sappiamo utilizzarli e
dosarli in maniera corretta?

 
 
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