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Ecologia Formaldeide nei vestiti cinesi.

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E' presente in elevata quantità, ed è cancerogena
09 Settembre 2007

Il 20 agosto scorso l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) con un comunicato stampa ha riportato la notizia che in Nuova Zelanda, durante una trasmissione televisiva, sono stati resi noti i dati di una indagine sulla quantità di formaldeide (aldeide formica) nei tessuti di indumenti provenienti dalla Cina. I livelli accertati sono 900 volte maggiori di quelli consentiti dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). I valori limite dell'OMS sono di 20 parti per milione mentre nei tessuti sono stati trovati valori fino a 18.000 parti per milione.

La formaldeide è usata come antimuffa e per mantenere la piega degli indumenti ed è un cancerogeno che può provocare irritazione delle mucose degli occhi, delle prime vie aeree e irritazione della pelle.

Dato che nel 2006 il 22,4% di abbigliamento utilizzato in Italia proveniva dalla Cina (+22% rispetto al 2005) mentre i prodotti tessili coprivano il 19% (+31% rispetto al 2005), l'Aduc ha consigliato a coloro che acquistassero questi prodotti di lavare e ventilare i tessuti prima di indossarli. Inoltre l'associazione ha scritto una lettera ai Ministri della Salute, Livia Turco, e dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, per saper se anche in Italia siano state fatte analisi dei tessuti provenienti dalla Cina e quali siano i risultati.

In risposta il Ministero della Salute ha fatto sapere che «nessuna notifica è giunta da parte del sistema di allerta europeo Rapex in merito alla rilevazione di questa sostanza in tessuti. In caso di segnalazioni da parte del sistema RAPEX i conseguenti provvedimenti di ritiro e sequestro riguarderebbero anche il nostro Paese». Il ministero ha anche annunciato di aver sottoscritto un Accordo di collaborazione per l’Istituzione dell’Osservatorio nazionale per la valutazione dei rischi sulla salute da prodotti tessili.

Se questa è stata la risposta dal nostro ministero, altrettanto non si può dire sia stata la reazione del ministro neozelandese degli Affari dei consumatori che, dopo nuove rilevazioni, ha lanciato un'indagine urgente sulla presenza di formaldeide nel vestiario in commercio.

Per questo, ai ministri della Salute e dello Sviluppo Economico rivolgo un'interrogazione per sapere:

- se non ritengano, nonostante il sistema di allerta europeo Repex non abbia fornito nessuna rilevazione sulla questione, di svolgere un'indagine urgente sui capi di abbigliamento importati dalla Cina e verificare se siano già presenti nel nostro mercato e, in caso affermativo, se non si ritenga di ritirarli dal mercato;

- se grazie al citato Accordo di collaborazione per l’Istituzione dell’Osservatorio nazionale per la valutazione dei rischi sulla salute da prodotti tessili sottoscritto dal Ministro della Salute, siano già iniziati adeguati controlli sulle importazioni di capi di abbigliamento e tessuti dalla Cina



Donatella Poretti

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