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Ecologia 10 modi per ridurre lo stress osssidativo

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Siamo circondati da sostanze tossiche..

10 MODI PER RIDURRE LO STRESS OSSIDATIVO, VIVERE PIU’ A LUNGO CON PIU’ ENERGIE E CREATIVITA’

A cura dell’Associazione A.m.i.c.a. www.infoamica.org

E’ noto che i ritmi stressanti della società moderna e l’inquinamento ambientale producono malesseri, invecchiamento precoce e anche patologie croniche, talvolta gravi.

Pochi si rendono conto che negli ultimi cento anni l’uomo ha modificato completamente l’ambiente contaminando l’aria, il suolo e l’acqua con sostanze chimiche di sintesi, prodotte cioè in laboratorio, e fonti elettromagnetiche.



Il sistema Terra non riesce più a smaltire queste sostanze e gli esseri viventi, tra cui l’uomo, vengono continuamente a contatto con esse, assimilandole.



Si calcola che ognuno di noi si imbatta in almeno 500 sostanze sintetiche ogni giorno.



Il corpo umano non ha fatto in tempo, in soli 100 anni, ad evolversi per vivere bene in questo nuovo ambiente e produce allora malattie come la Sensibilità Chimica Multipla, il cancro, le allergie, e anche patologie neurodegenerative come il Parkinson, l’Alzheimer la Sclerosi Laterale Amiotrofica.



Dovranno passare migliaia di anni, forse milioni, prima che la selezione naturale faccia sopravvivere solo un homo sapiens capace di disintossicarsi dalle migliaia di nuove sostanze tossiche presenti nell’ambiente.



Nel frattempo ciascuno può fare delle precise scelte individuali per vivere in salute, più a lungo, con maggiore energia e vitalità.



Bisogna sapere, infatti, che ogni volta che una persona entra in contatto con sostanze chimiche, inalandole, ingerendone o toccandone anche piccolissime quantità non considerate tossiche (capaci cioè di produrre evidenti reazioni patologiche), si sottopone inconsapevolmente ad un “lavoro” biologico. Il corpo, cioè, mette in moto una serie di enzimi e il sistema immunitario per smaltire tali sostanze, consumando energie e nutrienti (sali, aminoacidi, vitamine ecc…).



Fino a pochi anni fa si riteneva che questo “lavoro” fosse sufficiente per avere una disintossicazione completa. Oggi sappiamo che le sostanze chimiche sono così tante e diffuse da non riuscire ad essere smaltite dal corpo completamente.



Lo stesso ex commissario europeo per l’ambiente, Margot Wallstrom, si è sottoposta a esami tossicologici del sangue e del grasso e ha scoperto di essere contaminata da decine di composti tossici e cancerogeni, alcuni dei quali banditi da anni, come il DDT (a dimostrazione del fatto che è impossibile smaltire del tutto tali composti nell’ambiente!).



Non bisogna scoraggiarsi. Ciascuno può attivarsi in prima persona facendo semplici svolte quotidiane per tutelare la propria salute, la propria energia e creatività, così come quella dei propri cari e dello stesso pianeta Terra.



Ecco qualche suggerimento:



FORMALDEIDE. E’ un composto largamente usato in prodotti d’uso comune, per esempio come conservante del legno, tessuti e addirittura come additivo alimentare e nei cosmetici. Sono noti da anni gli effetti neurologici e irritativi di questa sostanza che, di recente, è stata classificata anche come cancerogena dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La Comunità Europea ne ha ristretto l’impiego stabilendo le dosi massime di utilizzo, ma non c’è davvero motivo, secondo noi, di mettere in casa mobili tossici o indossare tessuti trattati.


Il consiglio: scegliere mobili in legno massello non trattato, lucidato solo con oli naturali; lavare gli abiti appena acquistati per togliere quel caratteristico odore di “nuovo” prima di indossarli; scegliere cosmetici naturali anallergici.



PROFUMI AMBIENTALI. Di recente la Federazione dei Consumatori presso la Comunità Europea ha condotto un’indagine sui “rinfrescanti per l’aria” a pile o da presa elettrica, candele e incensi profumate e altri prodotti simili e ha scoperto che rilasciano nell’aria una varietà e quantità scioccante di sostanze tossiche. Alcune ricerche hanno dimostrato che persino gli incensi classificati come “naturali” contenevano mix di composti tossici e nessuna traccia di incenso (che è una resina naturale).


Il consiglio: si può profumare un ambiente, innanzitutto, evitando di contaminarlo con cattivi odori (di fumo, muffe, ecc.) e si possono usare sacchetti di lavanda o erbe naturali, fiori di campo (quelli di serra subiscono molti trattamenti chimici), piante purificanti l’aria (aloe vera, ficus benjamin, ecc.), oppure cofanetti di bucce d’arancia essiccate.



DEODORANTI PERSONALI. Alcune ricerche mediche hanno messo in correlazione alcuni tipi di cancro al seno con alcune sostanze (alluminio e parabeni) contenute nei deodoranti personali. E’ praticamente impossibile trovare deodoranti privi di tali sostanze.


Il consiglio: oltre a scegliere prodotti anallergici a bassa profumazione e a farne un uso controllato, bisogna ricordare che serve deodorarsi soprattutto quando si produce un sudore acido, per effetto di un sovraccarico ossidativo. Chi ha uno stile di vita più sano non ha bisogno di deodorarsi troppo.



BOTTIGLIE DI PLASTICA. Negli ultimi anni è esploso il consumo di acque minerali e bevande contenute in bottiglie di plastica. Alcuni studi dell’American Environmental Health Center di Dallas hanno dimostrato che queste rilasciano sempre particelle (ftalati) nel liquido al loro interno. Tale rilascio può essere aumentato dall’esposizione della plastica alla luce o al calore.


Il consiglio: è preferibile, senza dubbio, scegliere bevande contenute in bottiglie di vetro, per la salute personale e dell’ambiente. Si stima, infatti, che una bottiglia di plastica abbia praticamente una vita infinita perché impiega oltre mille anni a biodegradarsi.



MERCURIO. E’ il composto tossico più pericoloso dopo le sostanze radioattive ed è incredibile che sia così tanto usato: nelle amalgame dentali (otturazioni grigiastre), come conservante di vaccini (thiomersal o sodio mertiolato), come additivo in ammorbidenti, come liquido per termometri (negli USA la rottura di termometri al mercurio è un problema sanitario di primo piano negli ospedali e nelle scuole), come disinfettante (quelli che hanno un nome con merc..), in passato anche come fungicida in agricoltura e nei prodotti per l’edilizia (finchè l’EPA ne vietò la produzione). Molti paesi, come la Svezia e la Norvegia, hanno proibito l’uso di alcuni prodotti contenenti mercurio, tra cui le amalgame, sia per ragioni di salute pubblica che di inquinamento ambientale. Il mercurio, infatti, contamina le acque dei fiumi e dei mari e si può trovare nel grasso dei pesci, soprattutto di grossa taglia. Il caso di inquinamento da mercurio della baia di Minamata in Giappone negli anni ’50 insegna che mangiare pesci contaminati causa disturbi psichici (addirittura i gatti, grandi consumatori di pesce, si suicidavano!) e neurologici (paralisi, tremori, cecità, ecc.), difetti alla nascita, cancro, ecc.
Anche se non esiste una posizione unica sull’amalgama nella comunità scientifica rileviamo che il Prof. Boyd Haley dell’Università del Kentucky ha dimostrato che l’amalgama dentale è la causa dell’autismo (il bambino si intossica per l’amalgama nella bocca della madre) e dell’Alzheimer. Il Prof. Max Daunderer dell’Università di Monaco di Baviera ha messo in correlazione l’amalgama con queste e decine di altre patologie (depressione, anoressia, ernie, cancro, Parkinson, ecc.) sottolineando che avere delle otturazioni metalliche in bocca al mercurio riduce la capacità di disintossicazione da tutte le altre sostanze tossiche presenti nell’ambiente.



Il consiglio: evitare il contatto con il mercurio il più possibile. Esistono termometri digitali, disinfettanti meno tossici, come il perossido di idrogeno, e vaccini senza mercurio (eccetto che per l’antitetanica).

Esistono poi numerose alternative alle amalgame dentali e non ha senso, per noi, quindi, usarle ancora oggi. Il decreto ministeriale del 2001 le vieta a minori sotto ai sei anni, a donne in gravidanza, a persone con patologia renale o allergia ai metalli.

E’ fondamentale capire che rimuovere le amalgame frantumandole con il trapano può essere molto pericoloso, soprattutto se si è allergici, perché il trapano vaporizza e frammenta le otturazioni ed espone medico e paziente a contaminazione. E’ consigliabile rimuovere le amalgame solo ed esclusivamente con protocollo di protezione indicato sul nostro sito.



DETERSIVI E FRAGRANZE Nonostante gli enormi sforzi dell’industria per ridurre nei detersivi gli additivi chimici che inquinano fiumi e mari e i metalli pesanti, responsabili di tante allergie da contatto, questi prodotti sono ancora fonte di pesante contaminazione chimica degli ambienti domestici, di lavoro e di quelli naturali. Alcune ricerche mettono in correlazione diverse malattie respiratorie con tali prodotti in persone che ne fanno largo uso, come gli addetti alle pulizie.


Il consiglio: esistono numerosi prodotti naturali privi di enzimi chimici per la pulizia di tessuti e ambienti. Purtroppo possono essere difficili da reperire nei centri più piccoli oppure troppo costosi.

In alternativa si possono usare “metodi infallibili della nonna”, come il bicarbonato, l’aceto, il sale grosso, il limone e, soprattutto, il vapore. Lì dove serve igienizzare basta usare perossido di idrogeno. Chi proprio non riesce ad abbandonare i detersivi da supermercato può almeno scegliere quelli a minore profumazione e usarne quantità minime (in genere la metà di quelle indicate nella confezione), con enorme vantaggio per la salute e per il portafogli.



PESTICIDI, INSETTICIDI ED ERBICIDI


Questi prodotti non furono inventati per lottare contro la fame nel mondo, ma nel corso della prima e seconda guerra mondiale, gli scienziati inventori delle armi chimiche, sperimentarono l’efficacia di questi strumenti anche sugli insetti.

Quando le vendite stagnarono, nel successivo periodo di pace, pensarono di immettere sul mercato queste armi chimiche sotto forma di insetticidi e fitofarmaci. Ed ebbero molto successo, come testimonia il loro volume di affari. Nel 1979 fu lanciata una grossa campagna: “Vivere protetti”. Queste metodologie furono considerate i nuovi artefici della rivoluzione agricola.

Purtroppo l’uso sconsiderato nel passato di insetticidi potenti, come il famoso DDT, inventato nel 1874, ma introdotto in uso solo dal 1942, ricevendo persino il premio Nobel nel 1948, ha inquinato l’ambiente al punto che si ritrovano anche in zone desertiche e non abitate dall’essere umano ed hanno contaminato la catena alimentare.

Questi prodotti, solo per dimezzarsi, hanno bisogno di 20-50 anni; quando un individuo è stato esposto direttamente o indirettamente ne troviamo la presenza depositata nel grasso umano per l’esistenza di una intera vita.

La diossina, altro prodotto tristemente noto, appartiene sempre a questo gruppo di sostanze sia come sottoprodotto dell’incenerimento di alcune materie, ma ance presente nei pesticidi e insetticidi utilizzati in agricoltura.

Una ricerca USA nello Stato della Carolina sull’inquinamento indoor (all’interno delle case), ha registrato un inquinamento da pesticidi superiore del 30% rispetto all’esterno.

Simili dati devono fare riflettere sull’uso indiscriminato e massiccio di questi prodotti tossici e nocivi per la salute umana, animale e dell’ambiente. Queste ripercussioni sono diventate evidenti solo quando il danno era già conclamato ed evidente.



Nel passato l’erbaccia si sradicava con le mani o con la zappa, un lavoro certamente faticoso, si vedevano i campi sempre pieni di manodopera. Questo comportava una cura costante dell’ambiente. Oggi i campi sono quasi sempre deserti perché l’agricoltore interviene disinfettando l’area in un’unica volta con un veicolo aspersore. Lo stesso lombrico, che mangia in un anno fino a 25 tonnellate di terra per ettaro, trasformandola in humus ed aerandola, non è più presente.



Il consiglio. Scegliere alternative più salubri ad esempio; per la lotta agli insetti di casa, usare metodi naturali: menta, pepe di Cayenna o pentole di acqua bollente versata nelle tane delle formiche; per gli scarafaggi, realizzare trappole con bottiglie che hanno il collo cosparso di grasso e all’interno un’esca costituita da una patata cruda o birra vecchia; le pulci sugli animali si allontanano aggiungendo alla loro dieta lievito di birra o polvere di aglio; le tarme sono allontanate dal legno di cedro con rametti di lavanda o con una miscela di menta e rosmarino; per mosche, vespe, api, zanzare e cimici sono ottime le zanzariere applicate alle finestre.



Non impiegate nei vasi di fiori e nel giardino insetticidi o pesticidi, queste sostanze vi contaminerebbero anche la casa. Non usate diserbanti nei vialetti o cortili piastrellati e pavimentati con la ghiaia. Si tratta di sostanze che permarranno nell’ambiente per molti anni.



Privilegiate, infine, alimenti biologici che non contengono residui di pesticidi, insetticidi e diserbanti, oltre a fertilizzanti chimici (senza contare i trattamenti chimici aggiunti a frutta o verdura dopo il raccolto per la conservazione).



Se proprio dovete fare uso di simili prodotti per la famiglia, molti dei quali hanno già etichette con indicazioni insufficienti e non dispongono di valutazioni certe sui rischi per la salute, attenetevi alle indicazioni e precauzioni suggerite sulla confezione.



COMPOSTI ORGANICI VOLATILI (VOC)


Sostanze che si trovano anche in alte concentrazioni nell’aria indoor e che evidenziano come l’inquinamento interno sia superiore a quello esterno nelle abitazioni, scuole, luoghi di lavoro e sedi sociali. Importanti fonti di inquinamento sono i materiali da costruzione e gli arredi (mobili, moquettes, rivestimenti) che possono determinare emissioni continue nel tempo (settimane o mesi). Sono rilevabili importanti concentrazioni di VOC in particolare nei periodi immediatamente successivi alla posa dei vari materiali di ristrutturazione e manutenzione ordinaria o alla installazione di nuovi arredi. Anche le abitudini e le attività degli occupanti, come il fumo di sigaretta (ma anche sigari e pipa) la presenza di stampanti e fotocopiatrici, l’uso di materiali di pulizia e di prodotti vari (es. colle, adesivi, solventi). Possono determinare una emissione importante anche una errata collocazione delle prese d’aria in prossimità di aree ad elevato inquinamento (vie trafficate, parcheggio sotterraneo, autofficina) possono determinare una importante penetrazione di VOC dall’esterno.



Il consiglio. Evitare di fumare al chiuso, collocare fotocopiatrici e stampanti in luoghi spaziosi e ben areati, per manutenzioni o ristrutturazioni scegliere materiali bioecologici ed ecocompatibili con basse o nelle emissioni; nella scelta degli arredi privilegiate legno massello che non abbia subito trattamenti chimici, metallo e vetro; usate vernici e pitture senza solventi; quando è possibile collocare le caldaie per il riscaldamento all’esterno o in un locale specifico; non usate in casa prodotti di pulizia che liberano VOC, come anche colle e adesivi e altri prodotti di hobbistica.



E.M.F. Tutte le apparecchiature elettriche, persino una lampadina, emettono una radiazione elettromagnetica. Ovviamente l’essere umano non è “programmato” per vivere immerso in fonti artificiali di elettromagnetismo e sono ancora pochi gli studi sugli effetti di tali campi sulla salute. Gli elettrodotti e i ripetitori della telefonia mobile sono fonti potenti spesso collegate a forme tumorali, specie nei bambini.
L’ARPA è l’istituzione regionale a cui ci si può rivolgere per chiedere delle misurazioni se si sospetta di essere sottoposti ad un campo EM fuori norma.

Anche le fonti domestiche, come radiosveglie, frigoriferi, lavatrici, tv, ferro da stiro, ecc. possono disturbare la salute umana specialmente se tenute a breve distanza dal cervello, che è l’organo più sensibile.

Un problema a parte sono i telefonini, oggetti entrati ormai nell’uso comune di adulti e adolescenti, grazie anche a campagne pressanti di pubblicità.

Nonostante le rassicurazioni degli operatori della telefonia mobile e dei produttori di apparecchi, sono diversi gli studi che aprono dubbi circa l’uso prolungato dei cellulari. E’ noto, peraltro, che le emissioni EM aumentano esponenzialmente quando si usa il cellulare in auto (cosiddetto “effetto del forno a microonde”). Ciononostante non si legge alcun avviso sulle confezioni dei cellulari a riguardo, ma anzi sono persino in vendita gadget per il loro uso in macchina.

Non esistono dati certi sui quali basarsi per una precauzione dei danni derivanti dalle fonti EM e, in particolare, dai telefonini.

Consiglio: di certo il principio di moderazione è l’unico valido, specialmente per bambini e adolescenti che devono considerare di avere davanti a sé diversi anni di esposizione.

Peraltro, l’unico modo per evitare di avere un ripetitore sopra la testa ogni cento metri è quello di accendere il cellulare solo quando davvero necessario, ricorrendo al telefono fisso per le chiacchierate più lunghe.



10. CONSAPEVOLEZZA. Non c’è strumento migliore per vivere meglio e più a

lungo di un buon uso del cervello. Conviene, infatti, essere sempre consapevoli delle proprie scelte e capaci di dire “no”. Spesso si assumono comportamenti potenzialmente pericolosi per la propria salute solo perché sono di moda o considerati “normali”. Si tende a dimenticare che la nostra idea di normalità è fortemente condizionata dall’immaginario comune espresso dalla pubblicità e dai media. In altre parole, sottovalutiamo l’influenza costantemente esercitata dagli uffici di marketing delle aziende sulle nostre scelte quotidiane.

Essere consapevoli non significa rinunciare a tutto ciò che è potenzialmente tossico o dannoso, ma scegliere meglio e comprendere che si può essere consumatori esigenti, capaci di imporre un cambio di direzione nella produzione. Se la domanda si fa più consapevole, le aziende dovranno porre sempre maggiore attenzione alla qualità dei propri prodotti e all’impatto ambientale delle proprie attività.

Consumare meglio, però, può significare anche consumare meno.

Solo chi è capace di guardare lontano può comprendere che una società che punta sulla qualità e sulla riduzione dei consumi non vedrà una perdita economica perché spenderà meno in assistenza sanitaria e sociale.



Copyleft A.m.i.c.a. Aprile 2005

Si incentiva la copia e la ristampa solo citando l’associazione autrice del documento

e per dare credito alla Sindrome da Sensibilità Chimica Multipla


 
 
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