Nei soli Stati Uniti, ogni anno 900.000 persone diventano dipendenti dal fumo.
La ricerca ha riguardato le sigarette delle maggiori marche vendute nello Stato del Massachusetts, negli Stati Uniti tra il 1997 e il 2005. La verifica delle quantità di nicotina in esse contenute ha dato risultati piuttosto inquietanti, che indicano un costante incremento di circa l’1,6 per cento ogni anno, per una percentuale complessiva sui nove anni dell’11 per cento. Ad affermarlo sono i ricercatori dell’Harvard School of Public Health (HSPH) nel rapporto "Trends in Smoke Nicotine Yield and Relationship to Design Characteristics Among Popular U.S. Cigarette Brands" presentato oggi nella sede dell’istituto e disponibile online.
Le analisi sono state effettuate da un gruppo di ricerca del Tobacco Control Research Program del HSPH coordinato da Howard Koh, che così ha commentato i risultati: "le sigarette sono dispositivi di somministrazione di farmaci attentamente calibrati, progettati per perpetuare la pandemia del fumo di tabacco. Le informazioni precise su questi prodotti sono tenute in segreto, nascoste al pubblico. Ma le richieste di una più stringente normativa su questo argomento potrebbe in futuro cambiare le cose”.
Secondo le stime che riguardano il mercato nordamericano, il fumo di sigaretta causa circa 438.000 morti premature ogni anno negli Stati Uniti. Nello stesso arco di tempo circa 900.000 persone diventano dipendenti dal fumo, principalmente per il contenuto di nicotina delle sigarette.