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Ecologia Accordo sulle sostanze chimiche

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Ma chi inquina potrà continuare a farlo, e un sacco di gente, animali, piante, continuerà a morire
di Giovanna Dall'Ongaro
Dopo tre anni di accese discussioni, il Parlamento Europeo dà il via libera a Reach, l'ambizioso programma di registrazione, valutazione e autorizzazione di circa 30.000 sostanze chimiche esistenti sul mercato. La nuova normativa, in vigore dal giugno 2007, obbligherà le imprese degli Stati membri a registrare tutte le sostanze prodotte o importate in quantità maggiori di una tonnellata l'anno e a sostituire quelle più dannose per la salute umana e l'ambiente con altre meno nocive. E, qualora non se ne trovassero nell'immediato, a impegnarsi nella ricerca di valide alternative per il futuro.


Ci vorranno 11 anni per raggiungere gli obiettivi prefissati e alla fine verranno depositate nella banca dati dell'Agenzia europea delle sostanze chimiche, creata per l'occasione, solo il 30 per cento delle 100.000 sostanze attualmente in commercio. La maggior parte infatti circola in quantità inferiori alla soglia oltre la quale scatta l'obbligo di registrazione.


Il testo del relatore Guido Sacconi licenziato da Bruxelles con 529 voti a favore, 98 contrari e 24 astensioni, che unifica le 40 differenti normative fino a oggi in vigore, è frutto di alcuni compromessi faticosamente raggiunti tra imprenditori da una parte e associazioni ambientaliste e animaliste dall'altra. I primi contrariati per i costi dell'operazione che sono a loro carico, le seconde preoccupate di garantire quanto prima l'individuazione delle sostanze più pericolose evitando però l'incremento dei test di tossicità sugli animali. Galileo ha seguito la lunga gestazione di Reach fin dalle origini (Nuove regole per la chimica) e le tappe fondamentali del logorante tira e molla tra gli opposti schieramenti (Reach, accordo al ribasso, Reach al bivio).


Fino all'accordo attuale che scioglie alcuni nodi controversi: alle imprese viene concesso un iter di registrazione più snello per le sostanze prodotte in quantità inferiore alle 10 tonnellate e la possibilità di evitare l'autorizzazione dell'Agenzia di Helsinki per quelle sostanze nocive, sempre sotto le 10 tonnellate, per cui venga garantito un “adeguato controllo”. Così però il 60 per cento delle sostanze nocive resta ancora in circolazione senza controlli, denunciano gli ambientalisti, Greenpeace in testa. A parziale consolazione degli attivisti, Reach ha mantenuto l'impegno a evitare test su animali in tutti i casi in cui sono disponibili metodi alternativi, tra cui la tossicogenomica. Come auspicato dal tossicologo francese Claude Reiss in un'intervista a Galileo ("Quel modello superato").

galileonet.it


 
 
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