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Ecologia Il Wwf accusa: troppa acqua per le irrigazioni

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Le coltivazioni locali sostituite con altre adatte ad altri climi. E sovvenzionate.

La diminuzione delle precipitazioni anche quest'anno ha creato e sta creando gravi problemi idrici. Nell'area del Mediterrano è valutata in una cifra notevole: circa il 20% in meno rispetto alle medie degli anni precedenti. I mutamenti del clima sono la causa principale. la risposta globale, quantomai difficile, è quella di metter in atto politiche ambientali diverse. Ma in attesa che accordi come quello diKyoto portino qualche risultato, il punto: come affrontare la scarsità d'acqua. E, di più: ci sono cause che contribuiscono al consumo eccessivo di acqua e quindi alla sua scarsità:

IL 65% DELL'ACQUA SUI CAMPI - Secondo un dossier del Wwf intitolato «Drought in the Mediterranean – WWF policy proposals» l'irrigazione e l'uso dell'acqua in agricoltura è diventata una vera idrovora del sistema idrico e fluviale. In altre parole: il Wwf accusa l'agricoltura di usare troppa acqua. E di essere addirittura invogliata a farlo. I fenomeni di siccità nell'area del mediterraneo, sostiene il Wwf, «saranno sempre più frequenti e dannosi: molti di questi saranno peggiorati dall’irrigazione in agricoltura, l’attività più idrovora nel nostro bacino». Il dossier mostra come le zone irrigate siano raddoppiate dagli anni Sessanta a a oggi. L’irrigazione in agricoltura rappresenta oggi il più grande «consumatore» d’acqua del Mediterraneo, ben più dell'industria e opvviamente dell'uso civile: infatti, utilizza il 65% del totale dell’acqua consumata.

SOVVENZIONI - Le sovvenzioni dell’Ue e dei governi nazionali hanno incoraggiato l'abbandono di colture meno bisognose di acqua ( per esempio l’ulivo e gli agrumi) agevolando invece coltivazioni irrigue come il mais e la barbabietola da zucchero. L’irrigazione è continua, non limitata ai mesi estivi e utilizzata per far crescere le colture più velocemente e con una taglia maggiore anche in zone aride e in periodi siccitosi. Il Wwf chiede ai governi di «sospendere le sovvenzioni per le irrigazione nelle aree povere di acqua.


Un sistema di irrigazione (Ansa)
DOMANDA RADDOPPIATA - A fronte della diminuzione di precipitazioni la domanda d’acqua nell'area Mediterranea è raddoppiata negli ultimi 50 anni. E le proiezioni non sono incoraggianti: ci saranno ulteriori riduzioni di precipitazioni così come un aumento del 25% dei consumi entro il 2025 nei paesi delle coste Est e Sud del Mediterraneo in particolare Egitto, Turchia e Siria. La siccità ha già causato gravi danni costando 11 miliardi di euro in Europa nel 2003. La scorsa estate il settore agricolo in Spagna ha perso più di 2 miliardi di euro per la siccità. «Il fenomeno della siccità è particolarmente evidente in queste settimane - dice Michele Candotti segretario Generale Wwf Italia - i nostri corsi d’acqua sono ormai in secca: alla luce di questo dossier appare evidente come sia proprio la mancata gestione integrata delle acque il vero problema dei nostri fiumi, non la scarsità di pioggia che ha caratterizzato questo periodo nel nord Italia. Da noi ogni problema di gestione delle acque si trasforma immediatamente in una “crisi idrica” per una serie di questioni mai risolte. La più importante è la mancanza di un’autorità riconosciuta, che possa realmente governare la politica dell’acqua a livello di bacino idrografico ripartendo in modo sostenibile la risorsa per ogni uso partendo dall’agricoltura e all’idroelettrico garantendone all’ambiente naturale (fiumi, falde, laghi). Sono le autorità di bacino gli enti a cui ridare autorevolezza per il governo dell’acqua così come previsto da una direttiva che l’Italia non ha ancora applicato. Per questo il Wwf Italia ha recentemente presentato un reclamo alla Commissione Europea». Con un bene sempre più limitato, insomma, si tratta di stabilire in che quantità ogni «consumatore» può usufruirne. E che ci sia un'autorità che lo decida prima delle emergenze.
17 luglio 2006

corriere.it


 
 
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