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Infanzia Il 20% delle coppie hanno problemi di fertilità

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Sono 60.000 in più ogni anno.



TARANTO - Ma non in tutti i casi si tratta di infertilità legata a fattori patologici: se uomini e donne sono responsabili per il 40% ciascuno delle cause patologiche, in quasi il 20% dei casi non sono individuabili cause evidenti e l’ infertilità è attribuibile a problemi di coppia che spesso vengono affrontati con maggiori difficoltà o addirittura negati, specie dall’ uomo.
E’ uno dei dati riferiti da Willy Pasini nel corso del quinto congresso nazionale Cecos, la prima rete di 28 centri privati di procreazione medicalmente assistita (Pma), dedicato al tema la coppia infertile e la legge sulla procreazione assistita: riproduzione e sessualità tra nuove realtà, nuovi valori, nuovi problemi che è in corso da ieri a Taranto e che si conclude oggi.
Dal convegno è emerso che informazione, educazione ed assistenza di ordine medico e diagnostico, ma anche psicologico e sessuale sono gli strumenti che vanno approntati per arginare e risolvere un problema che coinvolge una fetta non marginale della nostra società, migliaia di coppie che non riescono ad avere un figlio e che spesso si dividono proprio di fronte a questo scoglio.
Tra le coppie che scoprono ogni anno di avere problemi di infertilità - è stato detto nel convegno - solo il 40% chiede una consulenza specialistica. Al 30% di queste viene diagnosticata una causa di sterilità: le statistiche dimostrano che la responsabilità è riconducibile per il 40% dei casi all’ uomo e per il 40% alla donna. In quella percentuale non marginale nella quale non sono individuabili cause evidenti, pesano molto fattori legati alla vita di coppia.
«Un matrimonio non consumato per paure di ordine sessuale di entrambi i coniugi, anomalie delle abitudini sessuali della coppia o sindromi psicosomatiche sono alcuni dei fattori che, secondo Pasini - che ha presieduto la sessione ’La sessualità e il suo percorso’ - possono compromettere la fertilità di coppia. In un circolo vizioso pericoloso, poi, secondo Pasini, la sterilità diviene spesso fonte di conflitti all’ interno del rapporto a due.

Nel convegno, che ha riunito i maggiori esperti nell’ ambito della salute riproduttiva e sessuale, è stato affrontato il problema dell’ infertilità dal punto di vista ginecologico, ma anche sessuologico. Ne è emerso anche che, nonostante l’ altissima incidenza e il grande numero di coppie interessate, la sterilità spesso resta un problema vissuto in solitudine, come una sorta di punizione o di diversità» che isola dagli altri.
Soprattutto per gli uomini che, nella maggior parte dei casi non solo non riescono a confessare la propria sterilità, ma nemmeno ad affrontare le problematiche sessuali o psicologiche che la originano. E’ il caso della disfunzione erettile. Secondo una recente ricerca dell’istituto di Piepoli, infatti, il 42% delle coppie ammette di aver vissuto una situazione ricollegabile al concetto di disfunzione erettile e di queste ben il 52% riconosce che il problema abbia avuto delle conseguenze nel proprio rapporto di coppia: dall’imbarazzò (35%) a problemi più gravi di «difficoltà nel ritentare il rapporto» (8%) fino alla «perdita nell’armonia di coppia» (8%). Ma nonostante ciò la ricerca conferma che vi sono notevoli resistenze ad assumere farmaci che aiutino a superare la disfunzione erettile. Solo il 21% del campione, infatti, ci ha pensato qualche volta, scartando poi peraltro l’idea «perché non se ne è parlato con nessuno, e dunque mancano punti di riferimento» (5%). Con il risultato che - è stato detto - appena l’8% di chi ha avuto il problema dichiara di avere fatto ricorso a terapie farmacologiche, che ci sono e sono molto efficaci. E anche in questi casi, peraltro, l’assunzione di prodotti viene vissuta come una vergogna e quindi spesso avviene di nascosto, o indipendentemente dalla prescrizione medica, magari a seguito di un passaparola con il rischio di conseguenze negative sulla salute che invece vanno scongiurate con una corretta informazione.

4/6/2004
la gazzetta del mezzogiorno


 
 
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