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Ecologia Effetto serra disastroso

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Quattro miliardi l'anno i danni per l'agricoltura italiana
Sono stati stimati in 4 miliardi di euro all'anno, i danni all'agricoltura nazionale dovuti al surriscaldamento del pianeta, accelerato dall'incremento dei gas serra.
È quanto è stato sostenuto dal direttore dell'Istituto di biometeorologia Ibimet-Cnr, Giampiero Maracchi, nel corso della conferenza stampa dell'associazione 'Alleanza per il clima’.
Ma come è arrivati a questa cifra?
Sono stati calcolati i pagamenti fatti dalle assicurazioni a causa delle calamità e alluvioni verificatesi in Italia, a partire dal 1990, che appunto ammontano a circa 4 miliardi di euro.
Circa quattro volte tanto rispetto ai danni causati dall’uomo ai beni assicurati.
“L'Italia, dove si è costruito persino negli alvei fluviali negli ultimi 50 anni, è un Paese dove aumenta il rischio calamità - ha osservato Maracchi - per la particolare combinazione di sempre più frequenti cicloni extratropicali, aumento della temperature nel Mediterraneo e delle ondate di calore, con più di 34 gradi per giorni consecutivi”.

Secondo Maracchi, inoltre, il forte ritardo con cui, quest'anno, la primavera si è presentata è dovuto a uno “sfasamento stagionale e a un fenomeno di confusione tra fenomeni meteo estremi, dovuti all'incremento in atmosfera di gas serra a cui contribuiscono anche l'agricoltura e la zootecnia. Basti pensare alle emissioni di metano nelle coltivazioni estese di grano o ai 20 litri al giorno prodotti da ciascun esemplare bovino, oltre agli input tecnologici inquinanti come l'uso di trattori e fertilizzanti”.

L'agricoltura, da vittima principale della deriva climatica, può diventare “protagonista”, ha sostenuto però l’assessore all'Agricoltura e Ambiente della Provincia di Roma, Loredana De Petris.
Come?
Attraverso la conversione al biologico e la riconversione dei seminativi in biomasse con l'incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili come il fotovoltaico.
“Se solo il 5% delle aziende agricole nazionali - ha precisato De Petris - si impegnasse, con coltivazioni ad hoc, a una produzione da energia rinnovabile per tre chilowatt giornalieri, si potrebbero ottenere ben 300 Megawatt, contribuendo così al 6,5% del fabbisogno energetico nazionale e rendendo più realistico il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto entro il 2010”.

FONTE : www.e-gazette.it


 
 
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