Composti organici volatili emessi dagli alberi
stanno alterando l'equilibrio forestale nel territorio statunitense. Ma soprattutto aumentano il buco nell'ozono.
Alcuni cambiamenti nelle foreste, causati dalle pratiche di utilizzazione dei terreni, potrebbero aver inavvertitamente peggiorato l'inquinamento atmosferico da ozono. Lo sostiene uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Princeton e di altre istituzioni nordamericane, che hanno esaminato una classe di sostanze chimiche (i composti organici volatili, o COV) emesse sotto forma di carburante non combusto dai tubi di scarico delle automobili e come vapori chimici dalle industrie, ma anche in modo naturale dagli alberi. Queste sostanze reagiscono con altri inquinanti per formare ozono, il gas che costituisce una delle principali forme di smog negli strati bassi dell'atmosfera.
Anche se le leggi hanno consentito di ridurre il livello di COV prodotti dall'uomo, in alcune parti degli Stati Uniti i COV prodotti dagli alberi sono aumentati in maniera drammatica. L'incremento, secondo Drew Purves, principale autore dello studio, sarebbe dovuto alla coltivazione intensiva e ad altri cambiamenti nell'utilizzo dei terreni che hanno alterato l'equilibrio degli alberi nel territorio.
Anche se gli scienziati sapevano già che gli alberi contribuiscono con una quantità sostanziale di COV all'atmosfera, il tasso di incremento di queste sostanze negli ultimi decenni non era stato determinato. "I processi sembrano naturali - commenta Purves - ma in realtà sono dovuti all'azione umana sul territorio. L'incremento dei COV biogenici (prodotti dalle piante) rischia di essere superiore alla riduzione delle emissioni imposta dalle nuove leggi". Lo studio apparirà quest'autunno sulla rivista "Global Change Biology". (lescienze.it)
NDR: Viviamo in un sistema ad altissima complessità. Ogni variazione al suo equilibrio ha nel lungo termine effetti a cascata drammatici e imprevedibili. Ogni tentativo di correzione creerà ulteriori danni. Il rimedio è peggiore del male...
