Le cause iniziali di un attacco di panico sono spesso organiche. Il subconscio poi fa diventare il problema più grande di quanto era veramente all'inizio.
Difficolta' a respirare, palpitazione, paura di sentirsi male o morire: sono i tipici sintomi dell'attacco di panico. Il disturbo si scatena soprattutto sugli aerei, nelle metropolitane o nelle discoteche.
La colpa, secondo uno studio italiano del neurologo Rosario Sorrentino, membro dell'Accademia americana di neurologia, scritto in collaborazione con Sabino Roccotelli, non è dovuta solo a ragioni psicologiche, ma anche a cause organiche.
In particolare sarebbe proprio l'anidride carbonica, eccessivamente concentrata nei luoghi chiusi, a mettere in atto nell'organismo un meccanismo biochimico che fa scattare l'allarme per la sopravvivenza.
Il disturbo e' in netta crescita e nel nostro paese, secondo alcune stime, colpisce circa 2 milioni di individui. E' proprio nei luoghi chiusi e molto frequentati come gli aerei, le discoteche, le metropolitane e i ristoranti che la concentrazione di anidride carbonica arriva a superare le 9 mila parti per milione. E' un valore altissimo rispetto al limite fissato di mille parti per milione che viene indicato come soglia massima per una buona respirazione. Questa concentrazione di anidride carbonica provoca la stimolazione dei recettori cerebrali che portano, appunto, agli attacchi di panico. Questi ultimi colpiscono in Italia circa il 2,5% della popolazione. (Ansa 10 marzo 2003)
Una volta avvenuto il primo episodio, il subconscio “ricorda” il luogo e la situazione che hanno causato il problema. Tende perciò automaticamente ad evitare situazioni simili. Solo l’aiuto di uno psicologo esperto ripristina la giusta percezione della realtà e fa scomparire il problema, spesso in poche sedute e con una capacità di risoluzione del 95%.(NdR)